SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE

 

Nell'augurare a tutti i Giuseppe e a tutti papà una buona festa, rilanciamo una catechesi di don Fabio Rosini, con un invito all'ascolto per meditare, in questo giorno, sulla figura del nostro amato santo!




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NOVENA A SAN GIUSEPPE - Nono giorno: Giuseppe, uomo docile

«San Giuseppe è stato un uomo che si lasciava condurre da Dio con tanta docilità.  
Quanto sono rare queste persone. Tanti, anche se non lo dicono, sono praticamente atei: vivono ignorando completamente Dio. Ma Dio è la trave che sostiene il tetto della vita umana: se a un tetto togliete la trave, il tetto crolla.
Pensate con quanta docilità Giuseppe accolse l’avvenimento umanamente impensabile dell’Incarnazione del Figlio di Dio: un angelo gli annuncia il mistero che si è compiuto in Maria, e Giuseppe piega la testa, consegnandosi serenamente al progetto di Dio.
Pensate con quanta umiltà accolse la grande lezione di Betlemme: Dio sceglie la povertà di una stalla per gridare che il mondo, senza Dio, è una povera stalla, come amava dire il nostro Giovanni Papini: e Giuseppe, con Maria, piega la testa. 
Non è una cosa semplice.
Pensate con quanta fede cercò Gesù a Gerusalemme per tre giorni insieme a Maria: in quell’occasione capì che Dio va sempre cercato! La fede, infatti, è una lampada che ogni giorno ha bisogno di olio, altrimenti si spegne. E Giuseppe si lasciò educare da Dio. 
Molti pensano che la fede sia una poltrona sulla quale sedersi, mentre invece la fede è una strada sulla quale bisogna camminare ogni giorno: se non si cammina, non si giunge alla meta. San Giuseppe l’aveva capito. 
San Giuseppe è stato un semplice lavoratore (un faber del villaggio): non era un benestante, non era un possidente, non era una persona che viveva negli agi della ricchezza. Tutt’altro! E Dio lo scelse per questo. È una chiara lezione per dirci che la vera ricchezza non sta in quel che possediamo (come molti erroneamente pensano): la vera ricchezza sta in quello che siamo»!


Glorioso S. Giuseppe , sposo di Maria Vergine,
accordami la tua protezione paterna: io te ne
supplico per Cuore di Gesù Cristo. Tu , la cui
protezione si estende a tutte le mie necessità
e sai rendere possibili le cose più impossibili,
rivolgi i tuoi occhi di padre buono sugli interessi
dei tuoi figli.
Nell’affanno e nella pena che mi opprimono,
io ricorro con fiducia a te ; degnati di prendere
sotto la tua protezione questa mia importante e
difficile causa , che mi procura tante preoccupazioni.
Fa ‘ che la sua felice riuscita torni a gloria di Dio e a
bene dei suoi servitori.
Amen.


 
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NOVENA A SAN GIUSEPPE - Ottavo giorno: Giuseppe, uomo che sa ascoltare

«Giuseppe nei Vangeli non parla: non viene riferita neppure una parola. Giuseppe  
ascolta: sa ascoltare! 
La capacità di ascoltare è importantissima, al punto tale che nella Bibbia ritorna spesso questo comando di Dio: “Ascolta, Israele!”. La nostra epoca, invece, sta sfornando gente che non sa più ascoltare: né Dio, né il prossimo. Per questo oggi tantissimi soffrono di solitudine! È il male del nostro tempo: soli in mezzo alla folla, perché nessuno sa più comunicare con il  proprio fratello. 
Quando ero parroco in Toscana, a Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto, tutti i mesi andavo a visitare i numerosi ammalati presenti nella mia comunità. Ricordo che una volta un uomo anziano e semiparalizzato mi trattenne a lungo accanto al suo letto. Aveva bisogno di parlare, di confidare i suoi ricordi… perché nessuno aveva tempo di chinarsi su di lui e di dargli la gioia di un’attenzione. Parlò a lungo e mi raccontò la sua vita di marittimo, spesso lontano da casa per periodi alquanto prolungati. Mi parlò dei tanti sacrifici che aveva fatto per i suoi figli e anche per acquistare l’abitazione, nella quale viveva insieme alla figlia più grande. Io lo ascoltai per due lunghe ore. Alla fine l’uomo mi prese la mano per baciarla e, commosso, mi disse: ”Grazie di cuore per tutto quello che mi ha detto!”. Io non avevo detto una parola: avevo semplicemente ascoltato. Evidentemente… ascoltare, in una società in cui nessuno ha tempo per l’altro, è un grande dono e un grande messaggio. 
Oggi, in un mondo tecnico e materiale, rischiamo di essere paurosamente soli in mezzo a gente totalmente distratta.
Vi confido un’altra testimonianza significativa sempre riguardo al bisogno di ascolto. Nel 1993, dopo un intervento al cuore, trascorsi un anno di convalescenza presso la casa per anziani gestita dalle suore Passioniste alla periferia di Roma. Ricordo che un pomeriggio la suora infermiera mi fece sostare davanti alla porta di una signora anziana. Si sentiva che la donna stava parlando ad alta voce, ma nessuno rispondeva. Chiesi: “ Che sta facendo?”. L’infermiera mi disse: ”Questa anziana signora ogni pomeriggio si mette davanti alla fotografia della figlia (che non viene mai a trovarla!) e parla e racconta… come se la figlia fosse lì presente ad ascoltarla”. Questo fatto mi impressionò: il mondo si sta popolando di gente sola e costretta a parlare con una foto!
San Giuseppe è stato l’uomo dell’ascolto: impariamo da lui la capacità di dare attenzione a Dio, per dare attenzione ai figli di Dio, cioè al nostro prossimo».

(Mons. Angelo Comastri)


Padre Santo, che nel tuo disegno di amore 
hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione
alla custodia premurosa di S, Giuseppe, per sua intercessione,
concedi alla Chiesa la stessa fedeltà
nel condurre a compimento l' opera della salvezza.
Concedi a noi, Padre onnipotente,
la stessa fedeltà e purezza di cuore
che animò S. Giuseppe nel servire il tuo unico Figlio,
nato dalla Vergine Maria.
Padre e Creatore del mondo,
che stabilendo per l' uomo la legge del lavoro,
lo hai chiamato a cooperare alla tua creazione,
concedi a noi, per l' intercessione e l' esempio di S. Giuseppe,
di essere fedeli alle responsabilità che ci affidi
e di ricevere dal tuo amore i beni che ci prometti.
Padre buono, concedi che portando in noi,
sull' esempio di S. Giuseppe,
la viva testimonianza del tuo amore,
godiamo sempre il dono della vera pace.
Amen.


O S. Giuseppe, concedici di vivere senza colpe e di godere sempre della tua protezione!


Amen

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NOVENA A SAN GIUSEPPE - Settimo giorno: Giuseppe, uomo del silenzio



«San Giuseppe fu l’uomo del silenzio; un silenzio che percepiamo leggendo i testi evangelici che lo riguardano. In che cosa consiste il silenzio di Giuseppe? Giuseppe vive il suo silenzio difronte al mistero. Tace perché si trova messo a confronto con la totalità del mistero di Dio che si esprime nel Verbo che si fa carne, che si fa uomo, che si fa presenza. Difronte al mistero le parole non servono. 
Il silenzio è il modo migliore per entrare in relazione con il mistero. 
Il mistero cristiano non è tanto qualcosa che non si capisce, quanto qualcosa di umanamente incomprensibile ma che non si può più negare.
Il mistero cristiano coincide con una vocazione, una vocazione che consiste nell’essere presi all’interno del mistero del verbo di Dio che si fa carne. Quante volte noi, a differenza di san Giuseppe, difronte al mistero o parliamo troppo, spesso cedendo alla banalità, oppure ci “arrabbiamo” difronte a ciò che non riusciamo a comprendere, almeno lì per lì. Dobbiamo darci del tempo, un tempo sapienziale, un tempo di discernimento, e col silenzio dobbiamo entrare nel dialogo “cuore a cuore” con il mistero. Noi siamo prigionieri di quella cultura che io chiamo la “cultura del controllo”. Vogliamo controllare tutto e oggi, proprio l’esperienza del Coronavirus, ci dimostra che c’è l’imprevedibile! Non possiamo controllare tutto … Anche le scienze sono in crisi!».

(Mons. Francesco Savino, Omelia)

Non dimenticare, o misericordioso San Giuseppe, 
che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che fosse, 
è ricorsa a te, rimanendo delusa nella fede e nella speranza in te riposte. 
Quante grazie e favori hai ottenuto agli afflitti! 
Ammalati, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, 
ricorrendo alla tua protezione, sono stati esauditi. 
Deh! non permettere, o gran Santo, 
che io abbia ad essere solo, fra tanti, 
a rimanere privo del tuo conforto. 
Mostrati buono e generoso anche verso di me, 
e io, ringraziandoti, esalterò in te la bontà 
e la misericordia del Signore.
Amen.

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NOVENA A SAN GIUSEPPE - Sesto giorno: Giuseppe, uomo educatore

«Caro Giuseppe, non hai aperto bocca, non un lamento, non l’espressione di un parere, una richiesta di chiarimento. Hai risposto solo con l’obbedienza: ogni volta che hai ricevuto la visita dell’angelo ti sei alzato, hai preso con te il Bambino e sua Madre. E ancora oggi sei silenzioso di fronte a questa storia che è la nostra storia e che ti ha visto protagonista fondamentale ed insostituibile.
Anche oggi non parli.
Non parli eppure insegni e lo fai con tutta la discrezione che ti è propria.
Non ti metti in cattedra, ma ci offri con tutta l’eloquenza della vita, delle scelte, il tuo donarti, il tuo obbedire, il tuo amare, il tuo educare.
In quegli anni nascosti di Nazaret sei stato tu ad insegnare a Gesù la fatica e la gioia di lavorare con le proprie mani e di metterci dentro il cuore. Gli hai insegnato i canti della sinagoga, i gesti della preghiera, gli hai mostrato, tu padre tenero, accogliente, coraggioso e creativo, il volto del Padre amato al quale anche tu ti rivolgevi con fiducia. Forse proprio i tuoi silenzi, insieme alla quiete meditativa di Maria, hanno insegnato a Gesù l’attitudine orante, quell’attitudine che rende capaci di annunciare il Regno, di operare il bene, di percorrere la propria strada fino alla croce.
Grazie Giuseppe, perché proprio tu hai insegnato le parole alla Parola, a quella Parola che ha cambiato la storia. Insegna anche a noi oggi ad amare il Bambino e sua Madre, insegnaci la tua paternità dolce e premurosa, a non venir meno all’obbedienza anche quando non ne capiamo il senso, ad usare creatività e ad osare audacia nel ricercare vie inedite di carità e di misericordia».

(padre Giuseppe Moroni, Omelia)

San Giuseppe, sposo di Maria, 
tu hai impiegato tutte le tue forze a nutrire e ad educare Gesù, 
questo bambino che Dio ti ha affidato. 
Insegnaci come educare i nostri figli con amore e serietà, 
con intelligenza e tatto. 
Trasmettici la calma e la pazienza 
che bisogna dimostrare davanti alle loro debolezze. 
Dacci la saggezza e la forza di intervenire accanto a loro 
come si deve e quando ce n'è bisogno. 
Rendici capaci di risvegliare la fede,
trasformaci in genitori che pregano con i loro bambini 
e che camminano con loro verso il Regno.
Amen. 
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NOVENA A SAN GIUSEPPE - Quinto giorno: Giuseppe, uomo fraterno


«Dobbiamo stare molto attenti a un possibile inganno di oggi, molto 
diffuso e frequente purtroppo anche nella Chiesa, che si chiama “fratellanza”, fratellanza umana. La “fratellanza” è diversa dalla “fraternità” cristiana. 
La fratellanza è soltanto un sodalizio umano, una comunanza terrena, che non ha nulla a che fare con la fraternità, perché la fraternità si basa sulla Paternità di Dio, si riferisce alla Paternità di Dio ed è un atto di fede in Dio, Padre di “fratelli” perché “figli suoi”. Invece la fratellanza umana è un orizzonte umano e terreno, una dimensione di persone e di popoli senza Dio o con un dio uguale per tutti, indifferenziato. Questa fratellanza, che non è la fraternità, è formata di popoli e persone accomunati da comportamenti di umanità, libertà, uguaglianza e consonanza di fedi e di ideali, di accordi politici e sociali. Nella fratellanza la Legge di Dio e del Vangelo di Cristo sono escluse, anzi subentrano gli interessi economici, i giochi politici, gli inganni, le ipocrisie, le truffe e gli arricchimenti. 
La paternità di San Giuseppe ci rimanda alla Paternità di Dio ed è solo in unione e dentro questa Paternità divina, dentro questa fede in Dio Padre, che noi abbiamo e dobbiamo vivere la “fraternità” cristiana e umana».

(don Bruno Borelli, Omelia


O San Giuseppe con te, per tua intercessione
noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini
per essere il casto sposo di Maria
e il padre putativo di Gesù.
Tu hai vegliato continuamente, 
con affettuosa attenzione
la Madre e il Bambino
per dare sicurezza alla loro vita
e permettere di adempiere la loro missione.
Il Figlio di Dio ha accettato di sottoporsi a te come a un padre,
durante il tempo della sua infanzia e adolescenza
e di ricevere da te gli insegnamenti per la sua vita di uomo.
Ora tu ti trovi accanto a Lui.
Continua a proteggere la Chiesa tutta.
Ricordati delle famiglie, dei giovani
e specialmente di quelli bisognosi;
per tua intercessione essi accetteranno 
lo sguardo materno di Maria
e la mano di Gesù che li aiuta.
Amen.



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NOVENA A SAN GIUSEPPE - Quarto giorno: Giuseppe, uomo di fede


«È giusto, è lecito porsi delle domande? Possiamo 
rispondere di sì.
San Giuseppe si sarà chiesto: “Come mai la mia sposa è incinta dal momento che non abbiamo avuto nessun rapporto e non vogliamo poi averne neanche da sposati?”.
Per Giuseppe le perplessità riguardavano il modo con cui Gesù, il figlio, si era incarnato nel seno della sua sposa Maria; il modo povero e perseguitato del suo nascere a Betlemme; le vicende umili e normali del suo vivere in famiglia e al lavoro a Nazareth. Per queste esitazioni e riserve, un po’ di insicurezza e di dubbio può essere entrato sia in Giovanni Battista come in San Giuseppe. 
Questo per dire che le perplessità sono normali, sono anche lecite: è giusto che uno si faccia delle domande e non tanto per indagare delle falsità ma soprattutto per cercare delle verità, per cercare una ragionevolezza, un mistero e avere delle risposte, delle rassicurazioni per la propria fede. Quindi farsi domande non è necessariamente una mancanza di fede, ma può anzi essere una ricerca di fede. 
Questa ricerca è molto importante e la dobbiamo sempre fare anche noi perché può essere un approfondimento di fede, una crescita, uno sviluppo della fede. Vediamo infatti che  San Giuseppe ha avuto delle risposte, ha ottenuto dei chiarimenti, sentito delle delucidazioni, delle spiegazioni e le ha accolte.
Le spiegazioni date a San Giuseppe le conosciamo e sono certamente giunte attraverso la sposa Maria ma soprattutto attraverso i sogni dell'Angelo chiarificatore di questo Mistero. Sicuramente poi San Giuseppe è stato rasserenato e rassicurato. È questa una bella grazia che dobbiamo chiedere anche noi: la grazia di ricevere e di riavvalorare una fede forte, una fede sicura, una fede solida e profonda, una fede luminosa. San Giuseppe ci è di esempio in questa sua fede e ci è anche intercessore per avere questa fede che è risposta ad ogni perplessità, ad ogni nostra domanda, ad ogni nostro dubbio e difficoltà».

(don Bruno Borelli, Omelia)

Giuseppe, tu che sei uno di noi,
tu che hai attraversato la lotta della fede,
tu che sei stato messo alla prova dal primo momento,
tu che puoi capire i miei tormenti,
cammina al mio fianco.
Poco compreso, poco ricordato,
silenzioso e fidato,
fin dall'annuncio dell'angelo
hai ricevuto e trovato fede e coraggio.
Fedele a Dio e al suo mandato,
hai preso su di te la custodia terrena
del più grande dono all'umanità.
Cammina al mio fianco, Giuseppe,
lungo i sentieri della vita,
per le strade di questa terra,
stanca e avvilita.
Donami la tua fede totale,
resistente anche nei silenzi di Dio.
Pervadimi di quella fiducia in lui
che travalica ogni evidenza dei sensi.
Sorreggimi quando le apparenze
contraddicono il patto di fede
con il mio Creatore e Signore.
Ostacolano il mio abbandono totale
alla sua volontà.
Sostienimi quando i dubbi mi assalgono e
le incertezze mi divorano.
Cammina al mio fianco, Giuseppe.
Sia lode a te, padre terreno del figlio di Dio.
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