CONTEMPLAZIONE DELLA SACRA FAMIGLIA- da uno scritto della Serva di Dio Madre Costanza Zauli- undicesima parte


Ecco l'undicesima parte delle "contemplazioni" della Serva di Dio Madre Costanza Zauli.


IL DOLORE DEL DISTACCO
 
"Soavissimo, ricco di deliziosi particolari il periodo della vita domestica di Geù, Maria e Giuseppe a Nazareth.
L'adolescente, che andava gradatemente manifestando i suoi tesori di sapienza e di grazia, unitamente alle perfezioni del suo fisico; la sempre più intima fusione di anime tra la Madre e il Figlio; la modesta, ma pur luminosa santità di San Giuseppe: tutto è soggetto di salutari riflessioni.
 
Quale carità regnava in quella benedetta e santa casa!
 
Ho potuto conoscere e vedere come avvenne la morte del diletto padre putativo.
Fu preceduta da una specie di languore, che finì per immobilizzarlo nel suo lettuccio e che durò poco più di due mesi.
Non per effetto di decrepitezza, perché non corrisponde assolutamente alla verità la molto avanzata età di San Giuseppe; direi che non avesse oltrepassato la cinquantina quando morì.
Lui pure era alto, ben formato, dai lineamenti fini e distinti, e la sua malattia fu probabilmente causata da veemenza di amore divino.
Gesù e la Madonna lo assistettero con premura e gli erano sempre intorno per prodigargli le cure più delicate.
Il Figlio divino, pur dovendo sostituirlo nei lavori, trovava il tempo per intrattenersi a lungo al suo capezzale.
L'estrema delicatezza di coscienza era causa di intimo tormento a San Giuseppe, mettendolo in timore di non aver saputo asolvere degnamente il gran compito a lui affidato da Dio, e Gesù lo tranquillizzava autorevolmente: No, no. 
Tutto è limipido allo sguardo del Padre mio; 
parole che avevano forza di quietare ogni angustia.
 
Era nei decreti dell'Altissimo che questo giusto e fedele servitore morisse prima che la redenzione avesse il suo compimento.
Proseguendo il generale esaurimento, si spense dolcemente, dopo aver chiesto umilmente perdono ai suoi cari che l'assistevano, immersi nel più sentito dolore.
Fu un vero lutto, una sentitissima sofferenza per Gesù e Maria, e piansero in quella circostanza, pur adorando le divine permissioni.
I pietosi servigi alla salma furono resi da Gesù con estrema riverenza e delicatezza, e anche alla sepoltura pensò lui, avendo provvisto un decoroso sepolcro.
Quando, dopo i funerali, Madre e Figlio si ritrovarono soli, sperimentarono, se pur perfettamente uniformati alla volontà del Padre, il desolante senso di vuoto che lascia la morte, e prepararono l'animo ad un ancor più doloroso distacco, sapendo prossima l'ora di un non lontano sanguinoso epilogo dell'immolazione redentrice. 
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