UN PO' DI STORIA SULLE DEVOZIONI A SAN GIUSEPPE -prima parte-


Le varie forme di devozione a San Giuseppe (preghiere, musica sacra, feste etc etc) sono il frutto di un connubio fra fede, storia, tradizioni popolari. 
In esse si esprime anche il "sentimento" di affetto verso il Santo Patriarca.
E' interessante analizzarle allora nei loro vari aspetti.
Per farlo, il blog pubblica -a partire da oggi- alcuni estratti dal testo di Padre Tarcisio Stramare, "San Giuseppe -Dignità Privilegi Devozioni" della casa ed. Shalom.

Buona lettura




Dal libro di Padre Tarcisio Stramare, "San Giuseppe - Dignità Privilegi Devozioni":

LE PIE PRATICHE: I DOLORI E LE ALLEGREZZE DI SAN GIUSEPPE
 
Giotto, Nascita di Gesù
Incominciamo con le "Pie Pratiche": esse sono più numerose di quanto si pensi.
La loro varietà dimostra la grande stima sempre riscossa da san Giuseppe nel popolo cristiano, nonostante la poca attenzione della teologia e la superficiale conoscenza della sua figura e della missione nel mistero di Cristo e della Chiesa.

Tra le pratiche di pietà in onore di san Giuseppe una particolare attenzione merita quella dei dolori e allegrezze di san Giuseppe sia per la sua antichità, sia per la sua diffusione.

Essa risale a Giovanni da Fano (morto nel 1539), un italiano membro del nuovo ramo dei Cappuccini, il quale nel suo libro De arte unione aggiunse come appendice il pio esercizio intitolato "Li septe pater nostri de san Joseph£ , facendone autore lo stesso san Giuseppe.

Mentre egli si limita ai sette dolori, in seguito vennero aggiunte le sette allegrezze, come troviamo nel racconto riportato dal carmelitano Jeronimo Gracian nel suo libro Sumario de las excelencias del glorioso San José esposo de la Virgen Maria (1597): "Fra Giovanni di Fano, nella sua storia di san Giuseppe racconta che due padri dell'ordine di san Francesco navigavano verso le Fiandre e che la nave nella quale si trovavano affondò con trecento persone.
I due si abbracciarono a una tavola; sballottati tra le onde del mare tre giorni e tre notti, si raccomandarono al glorioso san Giuseppe, del quale erano particolarmente devoti.
Il terzo giorno egli apparve tra di loro sulla stessa tavola in figura di un bellissmo giovane.
Li salutò affabilmente, confortò i loro animi sfiduciati e aumentò la forza delle loro affaticate membra così che sani e salvi giunsero alla salvezza.
Come i buoni frati si videro a terra, piegate le loro ginocchia ringraziarono Dio per tanto beneficio e supplicarono insistentemente il giovane che li aveva accompagnati di dir loro il suo nome.
Egli dichiarò di essere san Giuseppe e rivelò loro i sette grandi dolori e le sette allegrezze ricevute nei sette misteri v erso i quali si ha tanta devozione; promise di aiutare e favorire in tutte le sue necessità chiunque recitasse ogni giorno, in memoria di questi misteri, sette Padre nostro e sette Ave Maria.
Questa devozione è praticata da molti in Italia, principalmente tra i Padre Cappuccini" (Libro V, cap. 4).

Da allora lo stesso racconto lo ritroviamo riportato in numerose pubblicazioni con amplificazioni, che si prefiggono di promuovere la diffusione della pia pratica e anche la sua efficacia, elevandola al livello di "grande promessa".

La devozione sembra modellata sulla corrispondente devozione all'Addolorata, allora assai in voga.
Essa, tuttavia, bilanca i dolori con le allegrezze, che certamente non sono mancate nella vita di san Giuseppe, presentato come "giovane" nel racconto di Giovanni da Fano.

Penso che il pregio della devozione, che ne ha garantito il successo e la durata, vada visto nel fatto di essere imperniata sui "misteri" della vita nascosta di Gesù.
Scopo dichiarato della sua proposta è proprio quello di essere "in memoria di questi misteri", nei quali san Giuseppe è stato direttamente coinvolto, insieme con Maria, tanto da esserne "il ministro".
La Chiesa ha dimostrato di apprezzare questa impostazione, onorando la preghiera con numerose indulgenze, a cominciare da quelle concesse da Pio VII, il 9 dicembre 1819.
Pio IX con un decreto Urbis et Orbis (23 settembre 1846) ne aveva approvato una forma più breve a beneficio degli ammalati.
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