Cari amici, condividiamo con voi un interessante articolo su San Giuseppe lavoratore, testo che è stato pubblicato sul blog della Fraternità del Carmelo Secolare dei SS. Teresa e Giuseppe di Napoli.
Buona lettura e buona festa!
L'attualità di un santo, patrono del lavoro.
Sessanta anni fa, papa Pio XII, istituì la festa di s. Giuseppe operaio, modello e patrono dei lavoratori cristiani: "il 1° maggio, ben lungi dall'essere risveglio di
discordie, di odio e di violenza, è e sarà un ricorrente invito alla
moderna società per compiere ciò che ancora manca alla pace sociale.
Festa cristiana, dunque; cioè, giorno di giubilo per il concreto e
progressivo trionfo degli ideali cristiani della grande famiglie del
lavoro.
Affinchè vi sia presente questo significato, e in
certo modo quale immediato contraccambio per i numerosi e preziosi doni,
arrecatici da ogni regione d'Italia, amiamo di annunziarvi la Nostra
determinazione d'istituire — come di fatto istituiamo — la festa
liturgica di S. Giuseppe artigiano, assegnando ad essa precisamente il
giorno 1° maggio. Gradite, diletti lavoratori e lavoratrici, questo
Nostro dono? Siamo certi che sì, perchè l'umile artigiano di Nazareth
non solo impersona presso Dio e la S. Chiesa la dignità del lavoratore
del braccio, ma è anche sempre il provvido custode vostro e delle vostre
famiglie".
Queste le parole del Papa nel 1955. Oggi questa festa, per tutti i
lavoratori e per noi laici che veneriamo S. Giuseppe come speciale
protettore del Carmelo teresiano, deve far riflettere su tre elementi
che la figura di questo santo ci indica con la propria vita. il tempio,
la casa, la bottega. E' proprio l'ordine dei valori con cui riscostruire
e rivalutare la società di oggi: il rapporto con Dio, con la famiglia e
con il lavoro.
C'è un bel testo scritto da un padre carmelitano della nostra Provincia
Napoletana, il compianto p. Antonio Di Gironimo, che dedicò nel 1966
proprio a San Giuseppe: "Il fabbro che lavorò con Dio", Editrice
Studium.
"Tutto in Giuseppe parla di umiltà - scrive - Umile origine, anche se
scende fino a lui il casato di David. Umile condizione; umile mestiere;
umile casetta; umile villaggio; umile trama di vita quotidiana nelle
relazioni sociali, nella pietà religiosa, nello stesso compito di
cooperatore alla realizzazione concreta del piano divino di salvezza;
umile tramonto, quasi inavvertoto, quasi totale disperdersi e svanire
nelle memorie, negli scritti, nell'attezione degli altri. Tutto questo
non è avvenuto senza una disposizione di Dio."
Un'umiltà che è conoscenza di sè e di Dio, come ci insegna S. Teresa.
Affidiamoci a questo santo, come ci sprona S. Teresa, guardandone
l'umiltà e la fiducia in Dio, la generosità e l'operosità, il silenzio e
il senso di giustizia. Mise tutto nelle mani di Dio e Dio scelse le sue
mani ed il suo cuore per proteggere ed educare Suo Figlio Gesù.
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