«Giuseppe entra nella storia umana e nel suo contesto sociale esprimendo con il suo sì il desiderio di accogliere Maria in casa sua portando a compimento il contratto nuziale. Giuseppe entra in questa storia con il suo "dramma", umano e religioso, di essere fidanzato con Maria. Entra in gioco il suo affetto per aria, il suo pensare di fronte alla novità della
maternità della sua sposa, la sua decisione di accoglierla in casa accettando fino in fondo la reponsabilità paterna che ne derivava verso il Figlio da lei ccepito per opera dello Spirito Santo. Scommette con coraggio il suo ruolo di sposo fedele e la responsabilità di padre nel mettere in salvo la sua famiglia di fronte al pericolo e contemporaneamente svolge il suo compito di educatore di Gesù.
Dare il nome al figlio è mettere se stessi nel figlio e a lui delegare il proprio futuro; è assumere fino in fondo la responsabilità di offrire una casa, di introdurlo nella vita tramite l'educazione, di insegnargli un'etica; è saper difendere la propria famiglia da ogni pericolo. Giuseppe ha compiuto tutto questo alla luce di quella parola sentita nel sogno: Non temere! È credere che il Signore è sempre vicino; è vivere di fronte a Dio le diverse vicende della vita; è scoprire nell'essere sposo casto e padre verginale la propria vocazione.
La figura di Giuseppe va compresa nel panorama biblico partendo da una corretta lettura della storia di Abramo e del suo desiderio-bisogno di avere un figlio. Leggere la vicenda alla luce della vicenda di Giuseppe, che venduto dai fratelli divenne il salvatore della sua famiglia. Nella figura di Giuseppe c'è da scoprire un'attualità specie in campo educativo. Come il capofamiglia ha scelto dabitare in periferia del mondo del potere ciile e religioso. Ha provato il disagio dell'esilio, pur nella precarietà di un lavoro artigianale ha lavorato per dare sicurezza alla sua famiglia. Il sogno e profezia hanno determinato la vicenda di Giuseppe anche nella sua fede; come uomo credente, ha espresso la vera sapienza biblica che consiste nello stare di fronte a Dio accettando che Dio entri nella nostra vita».
(Rosanna Virgili, biblista -
tratto da La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, 6/2016, p. 13)
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