MEDITAZIONI SU SAN GIUSEPPE


IL MODELLO DELL'«UOMO GIUSTO»
(Gianni Gagliadi, La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, 4/2014) 
 Alla luce della solennità del 19 marzo, tratteggiare il profilo di Giuseppe, di cui gli scritti 
evangelici rivelano alcuni accenni mirati esclusivamente al suo agire,modesto e pio, umile e
sublime, diventa momento di riflessione, quasi di contemplazione.
Giuseppe ha un ruolo fondamentale nella storia della salvezza, a motivo del carattere straordinario del suo matrimonio con Maria, immacolata donna di Nazareth, scelta da Dio l'Altissimo, a concepire il Figlio suo unico e prediletto, Gesù, facendo sì che appartenesse alla famiglia di Davide. Benché padre in senso legale, Giuseppe conferisce a Gesù la discendenza regale con tutte le prerogative della sua stirpe, secondo le promesse divine. Nel Cristo si realizzano concretamente le speranze d'Israele e dell'umanità, mediante la sua opera redentrice. Un aspetto di grande importanza della figura di Giuseppe è la sua qualità di uomo giusto. La sua giustizia scaturiva dalla fede. Egli, di fronte al mistero incomprensibile che si compie in Maria, sua promessa sposa, assume un atteggiamento di tremenda incertezza; con discrezione cerca di allontanarsi occultamente da Lei, senza dubitare della sua onestà. Ma dinanzi alla Parola divina, nonostante che il contenuto del messaggio fosse misterioso e umanamente impossibile, non esita, forte nella fede, obbedisce con naturalezza e in semplicità di spirito.
Con un sì libero e fedele, pronunciato nel segreto dell'intimità, quale risposta alle parole angeliche proferite in sogno, Giuseppe comprende la missione a cui era chiamato ed accetta il compito che Dio Pa- dre gli chiedeva di adempiere nei riguardi
di Gesù, il Salvatore e Maria, il capolavoro di tutta la sua creazione. Così con profondo rispetto accoglie Maria in casa. Ella diventa madre, il cui figlio agli occhi degli uomini appare come figlio suo e gli impone il nome di Gesù, che significa:
Dio salva. Sin dalla sua venuta nel mondo, Gesù è perseguitato e respinto. Esposto al pericolo del sanguinario Erode, Giuseppe per invito celeste prende il piccolo e sua madre e si rifugia provvidenzialmente in Egitto, per poi tornare in Galilea. 
Lo stupore e l'allegrezza che avevano pervaso la sua persona all'evento gioioso del prodigio avvenuto a Betlemme, lasciano il posto ai pensieri, alle ansie, ai timori per la vita del divino fanciullo.
Unito a Maria, nella sottomissione alla volontà di Dio, egli fissa la sua dimora a Nazareth, lontano dall'incredulità e dall'ostilità dei giudei.
Giuseppe, privilegiato dal Padre celeste a vivere accanto ai tesori suoi più preziosi, è modello di perfettissima castità e dell'affettività al servizio dell'amore più grande.
Nella tenerezza più indicibile egli è testimone e custode della verginità di Maria e della crescita e dell'educazione di Gesù. L'attaccamento, la sollecitudine, il mirabile amore che nutre verso il Figlio di Dio, gli meritano di sentirsi chiamare padre. Semplice artigiano di Nazareth, Giuseppe è modello di padre esemplare e pienamente
conserva il tratto umano di lavoratore instancabile per sostentare la famiglia e superare la realtà delle ristrettezze quotidiane della vita.
La sua famiglia, culla di nobili valori, è santuario vivo e vero della carità e della grazia di Dio; è espressione di chiesa domestica, alla quale tutte le famiglie debbono rispecchiarsi.
Dichiarato patrono della Chiesa cattolica dal Papa Pio IX, Giuseppe è invocato fiduciosamente a difenderla e tutelarla dalle angustie e dalle minacce del nostro tempo che incombono su di essa e sulle famiglie cristiane.
La Chiesa, rivolta con desiderio ardente a rinnovare l'impegno di evangelizzazione, esorta tutti indistintamente a guardare Lui e la sua integerrima ed operosa partecipazione al piano della salvezza universale.
Prendendo coscienza dell'obbedienza incondizionata a Dio, della dedizione amorevole e della consacrazione totale nei confronti di Gesù e Maria, Giuseppe ci in-
coraggia e ci addita con religioso ed eloquente silenzio, che per essere buoni seguaci di Cristo non occorrono grandi cose, ma si richiedono virtù comuni e semplici, vere ed autentiche; ciò che conta infatti, non è la vita in se stessa ma la missione che ognuno deve compiere.
 
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