SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI: UN APOSTOLO DELLA DEVOZIONE A SAN GIUSEPPE - prima parte

"SETTENARIO DI MEDITAZIONI IN ONORE DI SAN GIUSEPPE"
(Bruno Capparoni in La Santa Crociata in onore di San Giuseppe - marzo 2021, pp. 8-9)

Don Guanella nel 1914 scriveva al redentorista p. Claudio Benedetti: "Mi ho come presente il S. Alfonso Benedetto e le sue opere e i libri snti, e mi sento émpito di desiderio di ottenere anche a noi tutti, miserelli della Casa della Provvidenza, un raggio di luce e di calore che infiammò tanto l'animo di questo provvidenziale apostolo dei figli e delle genti del popolo" (E 351).
Siamo totalmente d'accordo con don Guanella nell'affermare che s. Alfondo Maria de' Liguori (1696-1787) è stato ed è tuttora apostolo provvidenziale di devozione autentica per la pietà dell'umile popolo cristiano.
Nel 1758, mentre era in pieno svolgimento la missione di sant'Alfonso tra la povera gente della Campania, egli diede alle stampe il "Settenario di meditazioni in onore di S. Giuseppe per li sette giorni precedenti alla sua festa" e tale fu l'accoglienza riservata a questo libretto dai devoti che nello spazio dei successivi 25 anni ne apparvero ben 14 edizioni.
Lo stile di s. Alfonso comunicava (e comunica) dolcezza di pietà, devozione e fervore. Egli non cade mai in inopportune esagerazioni, ma nutre le persone semplici con il solido alimento della fede e della preghiera. Le poche linee che trascriviamo di seguito ne sono una prova evidente.
A Napoli, dove s. Alfonso operava come missionario popolare prima di diventare nel 1762 vescovo di Sant'Agata dei Goti, la devozione a s. Giuseppe era largamente diffusa e il popolo accorreva alle numerose chiese dedicate al Santo Patriarca. Era tradizione di celebrare solennemente i sette mercoledì precedenti alla festa del 19 marzo; da qui l'origine di questo Settenario, che accompagnava la meditazione dei semplici e ne infiammava il cuore.


ANTOLOGIA
Premessa
[...] Specialmente ogni fedele (dovendo ognuno morire) deve esser devoto di s. Giuseppe, al fine di ottenere una buona morte. [...] S. Giuseppe anche in riguardo all'assistenza fattagli da Gesù e da Maria nella sua morte, ha il privilegio d'impetrare una santa e dolce morte a' suoi servi. Onde egli invocato da loro in morte verrà a confortarli, apportando loro con sé anche l'assistenza di Gesù e di Maria. Di ciò ve ne sono molti esempi.
[...] Un certo mercante della città di Valenza soleva ogni anno nel giorno di Natale invitare a mensa un vecchio ed una donna che allattasse un bambino, in onore di Gesù, Maria e Giuseppe. Questo devoto apparve dopo la sua morte a chi pregava per lui e gli disse che, nell'ora del suo passaggio, furono a visitarlo Gesù, Maria e Giuseppe, e gli dissero: "Tu in vita ci ricevesti in persona di quei tre poveri in casa tua; ora siamo venuti per riceverti in casa nostra". E ciò detto, l'avevano condotto in paradiso. (S. Alfonso de' Liguori, Opere ascetiche, X, Roma 1968, pp. 328-331)

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