Proseguendo il nostro viaggio nella devozione a San Giuseppe in don
Giacomo Alberione, riportiamo alcuni stralci di scritti del beato.
I
testi sono stati estrapolati dal sito http://digilander.libero.it/davide.arpe/
E' interessante notare come il beato proponga il Santo Patriarca quale modello per il laico consacrato (nella Famiglia Paolina vi è anche il ramo dei consacrati secolari, cioè persone che emettono i voti, pur rimanendo nel mondo come laici).
D'altronde, in San Giuseppe questa dimensione di "laico" e di "consacrato" fu pienamente vissuta...e quale maestro di vita interiore, chi, meglio di lui, potrebbe essere offerto come figura a cui guardare e da imitare?
Da "Carissimi in S. Paolo" su "I Discepoli del
Divin Maestro"
Caratteristiche interiori del laicato consacrato -
Aprile 1962
Assumere un nome o scegliere un
determinato protettore, significa: avere un esemplare cui imitare; uno "Spirito"
che s'intende vivere; un Santo per le particolari grazie necessarie nella vita.
San Giuseppe ha caratteristiche
speciali: è il primo Santo , dopo la SS. Vergine, sua sposa Maria; nonostante
che Egli non sia il vero padre di Gesù, né un Apostolo, né un Sacerdote.
E' il primo collaboratore della
redenzione, dopo Maria: per il compimento delle profezie; per proteggere innanzi
al mondo la verginità di Maria; nel salvare la vita del bambino Gesù; nel
riportarlo dall'Egitto scegliendo una dimora a Nazareth; nell'accompagnarlo,
quando ebbe Gesù raggiunto l'età di 12 anni, a Gerusalemme; nel compiere il suo
ufficio di padre putativo di Gesù; nel guidare la Sacra Famiglia ed esserne il
sostentamento; ecc.
Fu il Santo del silenzio, del lavoro,
della docilità. Fu sempre vergine, sempre povero,
sempre obbediente.
Egli non si mostrava; ma la sua
missione fu quella di preparare al mondo il Sacerdote, il Maestro, l'Ostia di
riparazione dei peccati: la grande opera.
Questa via seguita da San Giuseppe dice
e spiega, meglio che non i ragionamenti, quale sia lo "Spirito" del Discepolo.
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