MEDITAZIONI SU SAN GIUSEPPE: "L'amore paterno" - prima parte - un testo di padre Tarcisio Stramare



Continua la nostra riflessione sulla "paternità" di Giuseppe e questa volta ci facciamo aiutare da alcuni brani di padre Tarcisio Stramare.
Buona lettura!






L'AMORE PATERNO
- prima parte -
(Da Tarcisio Stramare, "Giuseppe lo chiamò Gesù", Portalupi editore, 2001, pp.95-97)




 E' stato l'evangelista Marco a informarci in occasione della descrizione dell'agonia del Getsemani, che Gesù si rivolgeva al Padre con il titolo "abbà", ossia la stessa formula aramaica enfatica popolare con la quale i bambini chiamavano il loro padre, espressione che equivale al nostro "o papà"!

Gesù aveva appreso questa parola nella sua famiglia, dove Giuseppe veniva appunto chiamato con la sua qualifica di padre, come ne fa testimonianza la stessa madre Maria, la quale, rivolgendosi a Gesù dopo il suo ritrovamento nel tempio, gli disse: "Tuo padre e io angosciati ti cercavamo" (Lc 2,48).
Gesù, coerente e fedele al piano dell'Incarnazione, non ha fatto difficoltà ad accomunare nello stesso titolo due paternità che, pur così lontane nella loro essenza, tuttavia, per precisa volontà di Dio, avevano lo stesso termine nell'identico Figlio, nei riguardi del quale era stato detto a Giuseppe: "Gli porrai nome Gesù" (Mt 1,21), conferendogli in tal modo la dignità paterna.
Se Giuseppe è stato, dunque, sulla terra l'unico uomo fortunato ad avere il sommo e singolarissimo onore di condividere con Dio Padre l'identica invocazione filiale di Gesù, bisogna riconoscere che di un padre egli avesse i sentimenti e tale da convenire a tanto flglio.

San Paolo, scrivendo ai Romani, designa i cristiani quali depositari dell'amore di Dio "riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato" (Rm 5,5).
[...]
L'amore con il quale Giuseppe ha accolto Gesù nella sua famiglia, lo ha nutrito e lo ha educato è stato certamente un autentico amore paterno.
San Giuseppe ha accolto Gesù nella famiglia non solo giuridicamente, ma ancor più affettivamente, considerandolo e amandolo come un figlio. [...]



I sentimenti di Giuseppe nei riguardi di Gesù sono stati l'espressione più pura e genuina di un amore autenticamente paterno, come gli stessi Sommi Pontefici hanno ripetutamente affermato: "Giuseppe ha esercitato verso Gesù l'ufficio di padre, ha dimorato con lui, lo ha abbracciato, baciato e nutrito con paterno affetto" (Pio IX); "egli ebbe per Gesù, per uno speciale dono celeste, tutto l'amore naturale, tutta l'affettuosa sollecitudine che un cuore di padre possa conoscere" (Pio XII).
E chi non ricorda l'espressione "per l'amore paterno, che portasti al fanciullo Gesù" della nota preghiera "A tem o beato Giuseppe", composta da Leone XIII?
Gesù è stato veramente amato.
Nella famiglia non ha provato la sofferenza psicologica della mancanza di affetto; non si è sentito trattare come un estraneo, ma al contrario ha potuto godere di tutti i vantaggi provenienti dal sereno inserimento in una famiglia virtuosa.
  
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