Carissimi amici del blog, ieri è cominciato il mese di marzo, tradizionalmente dedicato a San Giuseppe.
Per tal motivo pubblicheremo con maggiore frequenza qualche pensiero, meditazione, riflessione su questo grande santo o qualche notizia storica sul culto a lui dedicato, invocando la sua protezione su tutti noi!
TE, O GIUSEPPE, LODINO LE SCHIERE CELESTI
(di p. Alberto Fioroni, su "Il Carmelo Oggi")
(di p. Alberto Fioroni, su "Il Carmelo Oggi")
In piena Quaresima, quasi come una sosta attesa che ci rinvigoriscenell'attraversata dell'austero tempo liturgico, è la solennità di san Giuseppe a ricorrere nel calendario.
La data precisa è conosciuta: è il 19 marzo.
QUesta figura discreta, silenziosa, anche se di prim'ordine nella storia della salvezza, ricchissima di fede e di umanità, da sempre ha destato immediatamente nell'animo dei credenti sentimenti di dolcezza e nello stesso tempo di sicurezza, di protezione da ogni pericolo.
L'interesse degli studi teologici, del Magistero della Chiesa e quindi della Liturgia e della pietà dei fedeli, intorno alla sua identità e alla sua missione, è plurisecolare.
La devozione e la venerazione verso san Giuseppe sono antichissime soprattutto in ambito orientale e sono documentate già dal IV secolo.
Per quanto riguarda il culto, le prime testimonianze in Occidente risalgono al IX secolo, anche se si trattava solo di culto locale e privato; soltanto a partire dal XV secolo, esso diverrà vero culto pubblico e liturgico.
Una data fu sempre il 19 di marzo, mentre in Oriente, alcuni calendari riportano la data del 20 giugno o addirittura si festeggiava il 25 dicembre con i Magi, il 26 dicembre o la domenica prima o dopo il Natale, sempre in connessione con santi riguardanti la nascita di Gesù.
Furono le crociate a dare impulso al culto a san Giuseppe.
I crociati eressero una basilica in suo onore e così cominciarono a sorgere in Europa, nel basso Medioevo, Chiede dedicate a questo santo.
Il suo culto iniziò a diffondersi sempre più grazie alle opere di grandi santi e teologi quali Ruperto di Deutz, san Bernardo di Chiaravalle e più tardi, santa Brigida di Svezia, e in Italia san Bernardino da Siena e san Bernardino da FEltre e in Spagna sa Vincenzo Ferreri e santa Teresa d'Avila, la quale era molto devota a san Giuseppe, infatti dedicò a lui il primo monastero della sua riforma carmelitana nel 1562.
Il suo culto iniziò a diffondersi sempre più grazie alle opere di grandi santi e teologi quali Ruperto di Deutz, san Bernardo di Chiaravalle e più tardi, santa Brigida di Svezia, e in Italia san Bernardino da Siena e san Bernardino da FEltre e in Spagna sa Vincenzo Ferreri e santa Teresa d'Avila, la quale era molto devota a san Giuseppe, infatti dedicò a lui il primo monastero della sua riforma carmelitana nel 1562.
Sicuramente i Carmelitani, insieme ad altri ordini religiosi (Serviti, Francescani, Domenicani...) ebbero una funzione rilevante nella promozione e diffusione della venerazione, prima privata e poi pubblico - liturgica, dello sposo di Maria e padre terreno di Gesù.
I tre inni liturgici: Te Joseph, Caelitum Joseph e Iste quem laeti, sono attribuiti a un carmelitano spagnolo, p. Giovanni della Concezione, e l'inno Te Hoseph celebrent è quasi sicuramente suo ed entrò nel breviario romano nel 1671 con una melodia gregoriana.
Ancora oggi fortunatamente questi componimenti liturgici sono consetvati nell'innologia latina dell'Ufficio Divino di rito romano.
L'ingresso decisivo per l'ingresso ufficiale nella preghiera liturgica della memoria di san Giuseppe è la promulgazione del Breviario romano rivisitato da papa Sisto IV (1471 - 1484) che riporta la commemorazione di san Giuseppe come festa di rito semplice.
In seguito, per intervento del Concilio di Trento, questa festa sarà estesa a tutta la Chiesa e acquisterà, anche per l'intervento autoreole dei papi che si susseguiranno, sempre maggior rilievo e importanza.
I Carmelitani ottengono nel 1680 la possibilità di celebrare la festa del patrocinio di san Giuseppe la terza domenica dopo Pasqua, mentre già si celebrava anche la festa dello sposalizio della Beata Vergine e di san Giuseppe, in date diverse a seconda dei calendari liurgici dei vari Ordini religiosi.
Pio VII, il pontefice che dovette subire le angherie di Napoleone, estese la festa del patrocinio al clero romano nel 1808.
Il beato Pio IX, papa Mastai Ferretti, estese tale festa a tutta la Chiesa il 10 settembre 1847 e l'8 dicembre 1870 dicharò san Giuseppe Patrono della Chiesa universale.
San Pio X, attento cultore della tradizione liturgica, sostituì la parola patrocinio con solennità di s. Giuseppe, sposo della Beata V.M., confessore, patrono della Chiesa universale, e il 28 ottore 1913, poco prima di morire, fissò la data della solennità al mercoledì della seconda domenica dopo Pasqua, invece della domenica stessa, munendola di un'ottava.
Benedetto XV il 9 aprile 1919 arrichì la celebrazione con un perfazio proprio.
Sempre lo stesso pontefice il 23 febbraio 1921 aggiunse l'invocazione Benedetto san Giuseppe suo castissimo sposo nel Dio sia benedetto che normalmente si recita dopo la benedizione eucaristica.
Pio XII volle espressamente nel 1955 la memoria di san Giuseppe lavoratore, da celebrarsi universalmente il primo maggio, mentre il suo successore, papa Giovanni XXIII inserì nella preghiera eucaristica I o Canone romano, il ricordo di san Giuseppe.
Con l'ultima riforma liturgica, si conservarono nel calendario soltanto ue celebrazioni dedicate allo sposo di Maria e padre terreno di Gesù, la solennità del 19 marzo e la memoria del primo maggio, nel contesto della festa dei lavoratori".
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