SAN GIUSEPPE NELL'ARTE E NEL FOLCLORE - terza parte -


SAN GIUSEPPE NELL'ARTE FIGURATIVA
 - terza parte -
(Da Tarcisio Stramare, o.s.j., Gesù lo chiamò padre, LEV, 1997)


Lo sviluppo attuale della teologia di san Giuseppe, che la Redemptoris custos incentra sui misteri della vita di Cristo, richiede che le rappresentazioni moderne del Santo non solo restituiscano a san Giuseppe l'età giovanile che gli conviene, ma che interpretino gli episodi evangelici alla luce del loro significato cristologico, facendo emergere la missione di san Giuseppe ministro della salvezza.
Nei misteri della vita di Cristo si devono includere la S. Famiglia e il matrimonio di Maria e Giuseppe, dal quale essa scaturisce; va ricuperato l'episodio del censimento a Betlemme, il cui mistero richiede la presenza del Bambino; nella presentazione di Gesù al tempio, Giuseppe non è un semplice portatore di colombe, ma il responsabile dell'offerta del primogenito; l'episodio del ritorno dall'Egitto va privilegiato, perché teologicamente più significativo di quello della fuga.
Il bastone si può conservare, ma deve essere fiorito per evidenziare non la vecchiaia, ma l'elezione.
Raramente si incontra la liberazione di san Giuseppe dal Limbo; da segnalare è la presenza di san Giuseppe in un Compianto su Cristo morto (Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna, Bergamo), opera di Lorenzo Lotto (1517 circa).
A proposito di certi modi di rappresentare san Giuseppe, così si esprimeva san Berbardino da Siena: 
"Gli sciocchi dipintori el dipingono vecchio maninconioso e colla mano alla gola, come s'ell avessi dolore e maninconia avuta dalla guardia di Maria che gli era dato, che era tutto el contrario, allegro di cuore, di mente e di viso, veggendosi in tanta grazia di Dio".
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