SAN GIUSEPPE MODELLO PER I SACERDOTI - Seconda parte


(Tarcisio Stramare, in La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, snt)


Esempio e patrono dei sacerdoti

Sulla base di questi argomenti il p. Cirino trovava non solo "pio, gusto e consentaneo sanctae Actioni che in essa vi sia la commemorazione di san Giuseppe", ma anche che san Giuseppe sia proposto come "esempio e speciale patrono dei sacerdoti". Come san Giuseppe "meritò di trattare rispettosamente con le sue mani il bambino Gesù e di portarlo", così i sacerdoti debbono "servire i sacri altari con purezza di cuore e innocenza di azione e degnamente offrire e ricevere il sacrosanto Corpo e Sangue di nostro Signore". Non c'è chi non veda quanto sia logico affermare che i sentimenti di san Giuseppe nei riguardi di Gesù sono proprio quelli che il sacerdote deve avere nel trattare i santi misteri. L'accostamento fra san Giuseppe e il sacerdote era già stato percepito da tante generazioni di sacerdoti nella preghiera, riptetutamente indulgenziata, destinata alla preparazione della S. Messa e come tale riportata nei Messalini anteriori all'ultima riforma. In tale preghiera precede anzitutto l'affermazione della situazione privilegiata di san Giuseppe riguardo a Gesù: "O uomo fortunato, beato Giuseppe, cui fu concesso non solo di vedere e udire, ma di portare, baciare, vestire e custodire Dio, che molti re vollero vedere e non videro, ascoltare e non udirono!". Segue, quindi, l'invocazione: "O Dio, che ci hai dato il sacerdozio regale, concedi, te ne preghiamo, che, come il beato Giuseppe meritò di trattare riverentemente con le sue mani e di portare il tuo Figlio unigenito, nato da Maria Vergine, tu ci faccia servire ai tuoi santi altare con purezza di cuore e innocenza di azione, così da ricevere degnamente il sacrosanto Corpo e Sangue di tuo Figlio e di meritare di ottenere nel secolo futuro il premio eterno".
Il servo di Dio Giovanni Paolo II, che era solito recitare questa preghiera, diceva: "In questa preghiera san Giuseppe appare come il protettore del Figlio di Dio. È una bella preghiera! La recito ogni giorno prima della santa Messa e certamente lo fanno molti sacerdoti nel mondo. Giuseppe, sposo di Maria Vergine, padre putativo del Figlio di Dio, non era un sacerdote, ma ebbe parte al sacerdozio comune dei fedeli. E poiché come padre e protettore di Gesù poté tenerlo e portarlo nelle sue braccia, i sacerdoti si rivolgono a san Giuseppe con l'ardente domanda di poter celebrare il Sacrificio eucaristico con la stessa venerazione e con lo stesso amore con cui egli adempiva la sua missione di padre putativo del Figlio di Dio. Queste parole sono molto eloquenti. Le mani del sacerdote che toccano il Corpo eucaristico di Cristo vogliono impetrare da san Giuseppe la grazia di una castità e di una venerazione pari a quella che il santo falegname di Nazaret dimostrava nei riguardi del suo Figlio putativo". Un grande devoto di san Giuseppe, San Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati di San Giuseppe e vescovo di Acqui, aveva programmato su questa preghiera il suo ideale di vita: "Tu che, dopo la Vergine benedetta, primo stringesti al seno il redentore Gesù, sii il nostro esemplare nel nostro ministero che, come il tuo, è ministero di relazione intima col Divin Verbo".
L'attuale liturgia ha voluto avvalorare questa relazione fra il sacerdote e san Giuseppe, riassumendola nella preghiera stessa "sulle offerte" alla Messa del 19 marzo: "Accogli, Signore, il nostro servizio sacerdotale e donaci la stessa fedeltà e purezza di cuore, che animò san Giuseppe nel servire il tuo unico Figlio, nato dalla Vergine Maria". Il beato Giovanni XXIII più di una volta si è soffermato sull'importanza di uniformare alla somiglianza dell'ufficio anche quella dei sentimenti e dell'atteggiamento, proponendo la "spiritualità giuseppina" per il sacerdote.
Che dire, infine, del particolare patrocinio di san Giuseppe verso i sacerdoti, parte eletta del Corpo mistico di Cristo, in quanto essi in forma del tutto particolare nella celebrazione eucaristica "impersonano" quello stesso Gesù che si degnò di essergli figlio? Evidentemente, quanto detto per i sacerdoti vale analogamente anche per il ministero dei diacono e dei ministri straordinari dell'Eucarestia.  
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