"Fin dalla sua venuta nel mondo, Gesù, nascosto nel seno di Maria come in un vivente tabernacolo, volle avere due adoratori, la Vergine e san Giuseppe; e dall'istante in cui l'angelo dissipò il dubbio che angosciava il buon santo a proposito dei prodigi che avvenivano nella sua sposa, san Giuseppe non cessò di adorare Gesù nel seno di lei.
Quando il Verbo incarnato si rivelò a Betlemme, san Giuseppe e la Vergine adoravano pernemmente; egli era allora sotto i loro sguardi; era inoltre necessario che tutta quanta l'umanità fosse rappresentata in questi due santi ai piedi di Gesù e certamente anche Adamo ed Eva erano ben suppliti.
A Nazareth san Giuseppe lungo il giorno lavorava; doveva uscire talvolta per le necessità del mestiere; non poteva trattenersi sempre ai piedi del Bambino divino. In questo tempo Maria lo sostituiva, ma quando tornava a casa la sera cominciava l'adorazione, passando in essa l'intera notte senza stanchezza e noia, troppo felice di contemplare i tesori nascosti nel suo gesù.
Poiché egli guardava al di là delle apparente umane di Gesù, la sua fede giungeva fin dentro al suo sacratissimo Cuore e, illuminata dalla luce divina, scorgeva in anticipo tutti gli stati attraversi i quali Gesù sarebbe passato; egli li adorava tutti e si univa alla grazia di tutti i suoi misteri.
Così san Giuseppe adorò Gesù Cristo nella sua vita nascosta; l'adorò anche nella sua passione e nella sua morte; lo adorò anticipatamente nel divino tabernacolo; adorò la santissima Eucaristia.
Di tutti gli stati di nostro Signore san Giuseppe ha ricevuto la grazia; dunque egli ha pure la grazia di adoratore del santissimo Sacramento ed è proprio questa grazia che noi dobbiamo a lui domandare. Confidiamo, confidiamo in lui grandemente, perchè ci sia patrono nella nostra vita di adorazione".
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