(Don Ferdinando Colombo, in Vivere - giugno 2021)
Arcabas, Il sogno di san Giuseppe (Chiesa di St Hugues de Chartreuse)
All'inizio del vangelo di Matteo, il futuro padre di Gesù si trova a dover affrontare una decisione che nella sua complessità ci rivela la maturità spirituale e sociale di Giuseppe.
È una decisione difficile da prendere per un uomo che sta per diventare sposo e padre.
Possiamo solo dire che c'era in gioco anche la vita di Gesù, nella possibile lapidazione di Maria.
La nascita di Gesù bambino è segnata da due momenti di estrema violenza che, ogni volta, minacciano direttamente la sua vita: questo, ancor prima della sua nascita, la condanna di sua madre, l'altro il massacro deciso da Erode.
Giuseppe è fortemente angustiato davanti all'incomprensibile gravidanza di Maria. La legge prescrive il ripudio pubblico. I fatti sono incontestabili, la legge è chiara e senza appello.
Giuseppe non vuole «accusarla pubblicamente», ma decide di «ripudiarla in segreto» (Mt 1,19).
In segreto vuol dire che Giuseppe è entrato in quel luogo segreto, aperto solo a Dio, che è la nostra coscienza.
In segreto vuol dire che non ascolta le voci di amici e conoscenti che vorrebbero portarlo a decidere di pensare a se stesso, al proprio buon nome.
In segreto vuol dire che ha trovato nel suo profondo una voce più forte di quella della legge.
Significa che Giuseppe si discosta da quanto prescritto al suo tempo seguendo la sua coscienza, senza interpellare nessuno.
E questa prima decisione è stata presa senza alcun intervento divino.
Giuseppe che è definito dalla Scrittura un uomo "giusto", decide di applicare la legge, ma senza violenza; si rifiuta di denunciare Maria pubblicamente per non utilizzare la legge come fosse un'arma, per risolvere il suo problema.
Possiamo solo dire che c'era in gioco anche la vita di Gesù, nella possibile lapidazione di Maria.
La nascita di Gesù bambino è segnata da due momenti di estrema violenza che, ogni volta, minacciano direttamente la sua vita: questo, ancor prima della sua nascita, la condanna di sua madre, l'altro il massacro deciso da Erode.
Giuseppe è fortemente angustiato davanti all'incomprensibile gravidanza di Maria. La legge prescrive il ripudio pubblico. I fatti sono incontestabili, la legge è chiara e senza appello.
Giuseppe non vuole «accusarla pubblicamente», ma decide di «ripudiarla in segreto» (Mt 1,19).
In segreto vuol dire che Giuseppe è entrato in quel luogo segreto, aperto solo a Dio, che è la nostra coscienza.
In segreto vuol dire che non ascolta le voci di amici e conoscenti che vorrebbero portarlo a decidere di pensare a se stesso, al proprio buon nome.
In segreto vuol dire che ha trovato nel suo profondo una voce più forte di quella della legge.
Significa che Giuseppe si discosta da quanto prescritto al suo tempo seguendo la sua coscienza, senza interpellare nessuno.
E questa prima decisione è stata presa senza alcun intervento divino.
Giuseppe che è definito dalla Scrittura un uomo "giusto", decide di applicare la legge, ma senza violenza; si rifiuta di denunciare Maria pubblicamente per non utilizzare la legge come fosse un'arma, per risolvere il suo problema.
Questa decisione, così fragile, così intima, cela una forza incredibile.
La forza di un "no" che si oppone alla violenza della giustizia umana.
È il suo primo atto chiaramente allineato con la linea guida che poi Gesù proporrà nella sua vita, fino alla morte sulla croce, che è il più grande rifiuto di ogni violenza.
Così salva Maria e salva Gesù. Si tratta di una vera decisione di uomo e di padre.
«È come se avesse appena superato il suo primo esame di paternità, e Dio sapesse di poter finalmente contare su di lui e affidargli la Sacra Famiglia.
Giuseppe è un uomo giusto, non solo nel senso che rispetta la legge, ma anche che è un uomo che si confronta con ciò che ha dentro: il "mentre però stava pensando a queste cose" mette in evidenza la profondità della sua coscienza. Sceglie di restare fedele a se stesso di fronte a quel che prova per Maria.
Nel profondo del suo cuore l'amore che ha per Maria lo spinge a gridare con la sua decisione, contro ogni evidenza, che lui crede nella sua innocenza».
Quattro annunciazioni a Giuseppe
La forza di un "no" che si oppone alla violenza della giustizia umana.
È il suo primo atto chiaramente allineato con la linea guida che poi Gesù proporrà nella sua vita, fino alla morte sulla croce, che è il più grande rifiuto di ogni violenza.
Così salva Maria e salva Gesù. Si tratta di una vera decisione di uomo e di padre.
«È come se avesse appena superato il suo primo esame di paternità, e Dio sapesse di poter finalmente contare su di lui e affidargli la Sacra Famiglia.
Giuseppe è un uomo giusto, non solo nel senso che rispetta la legge, ma anche che è un uomo che si confronta con ciò che ha dentro: il "mentre però stava pensando a queste cose" mette in evidenza la profondità della sua coscienza. Sceglie di restare fedele a se stesso di fronte a quel che prova per Maria.
Nel profondo del suo cuore l'amore che ha per Maria lo spinge a gridare con la sua decisione, contro ogni evidenza, che lui crede nella sua innocenza».
Quattro annunciazioni a Giuseppe
«Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe non temere di prendere con te Maria, tua sposa"».
Il Vangelo, nella sua consueta sobrietà, con la precisione d'immagini e il pudore che lo caratterizza, non può che parlare "di angelo che appare in sogno", per descrivere quell'incontro ai margini della coscienza dell'uomo.
Papa Francesco ci racconta i quattro "sogni" che rivelano a Giuseppe il piano di Dio:
Il Vangelo, nella sua consueta sobrietà, con la precisione d'immagini e il pudore che lo caratterizza, non può che parlare "di angelo che appare in sogno", per descrivere quell'incontro ai margini della coscienza dell'uomo.
Papa Francesco ci racconta i quattro "sogni" che rivelano a Giuseppe il piano di Dio:
Nel primo sogno l'angelo lo aiuta a risolvere il suo grave dilemma: "Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1,20-21). La sua risposta fu immediata: "Quando si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l'angelo" (Mt 1,24). Con l'obbedienza egli superò il suo dramma e salvò Maria.
Nel secondo sogno l'angelo ordina a Giuseppe: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo" (Mt 2,13). Giuseppe non esitò ad obbedire, senza farsi domande sulle difficoltà cui sarebbe andato incontro: "Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode" (Mt 2,14-15).
Nel secondo sogno l'angelo ordina a Giuseppe: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo" (Mt 2,13). Giuseppe non esitò ad obbedire, senza farsi domande sulle difficoltà cui sarebbe andato incontro: "Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode" (Mt 2,14-15).
In Egitto Giuseppe, con fiducia e pazienza, attese dall'angelo il promesso avviso per ritornare nel suo paese.
Appena il messaggero divino, in un terzo sogno, dopo averlo informato che erano morti quelli che cercavano di uccidere il bambino, gli ordina di alzarsi, di prendere con sé il bambino e sua madre e ritornare nella terra d'Israele (cfr. Mt 2,19-20), egli ancora una volta obbedisce senza esitare: "Si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele" (Mt 2,21).
Ma durante il viaggio di ritorno, "quando venne a sapere che nella Giudea regnavo Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno – ed è la quarta volta che accade – si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret" (Mt 2,22-23).
In ogni circostanza della sua vita, Giuseppe seppe pronunciare il suo "fiat", come Maria nell'Annunciazione e Gesù nel Getsemani.
Appena il messaggero divino, in un terzo sogno, dopo averlo informato che erano morti quelli che cercavano di uccidere il bambino, gli ordina di alzarsi, di prendere con sé il bambino e sua madre e ritornare nella terra d'Israele (cfr. Mt 2,19-20), egli ancora una volta obbedisce senza esitare: "Si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele" (Mt 2,21).
Ma durante il viaggio di ritorno, "quando venne a sapere che nella Giudea regnavo Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno – ed è la quarta volta che accade – si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret" (Mt 2,22-23).
In ogni circostanza della sua vita, Giuseppe seppe pronunciare il suo "fiat", come Maria nell'Annunciazione e Gesù nel Getsemani.
I sogni
Chi di noi sulla base di un sogno sarebbe disposto, per ben tre volte, a rivoluzionare la sua vita e da una situazione di quiete mettersi in cammino verso l'ignoto?
Giuseppe lo ha fatto forse non proprio sulla base di un sogno, come lo intendiamo noi, ma sulla scorta di un abbandono totale nelle braccia del Padre.
Giuseppe lo ha fatto forse non proprio sulla base di un sogno, come lo intendiamo noi, ma sulla scorta di un abbandono totale nelle braccia del Padre.
L'evangelista Matteo con la parola "sogno" ci rimanda alla notte dello spirito e quindi al buio. Probabilmente Giuseppe non comprendeva razionalmente quello che gli stava capitando, ma aveva affinato la propria intelligenza spirituale tanto da sentire in modo tangibile la presenza di Dio in ogni momento della sua vita ed essere capace di comprendere con il cuore ciò che la mente non sapeva spiegargli.
Contemplativo in azione
I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe "fece"; tuttavia consentono di scoprire nelle sue azioni, avvolte dal silenzio, un clima di profonda contemplazione. Giuseppe era in quotidiano contatto col mistero "nascosto da secoli", che "prese dimora" sotto il tetto di casa sua.
Il suo "sì" semplice e deciso sgorga dal cuore e si declina tutto nell'azione concreta, senza psicologismo o soverchie complicazioni.
Per questo Giuseppe è l'uomo dell'azione: senza fare domande segue l'impulso dello spirito e cammina... (per andare a Betlemme, per fuggire in Egitto, per tornare in Palestina) e il suo cammino è a servizio di Gesù, affinché si compiano in Lui le parole dei profeti.
Ecco dove sta l'anzianità (non la vecchiaia) di Giuseppe: nella sua maturità nella fede, nel cammino che egli ha già compiuto nel momento in cui Dio lo ha scelto per stare accanto a Maria nella meravigliosa missione di genitori di Gesù.
Il suo "sì" semplice e deciso sgorga dal cuore e si declina tutto nell'azione concreta, senza psicologismo o soverchie complicazioni.
Per questo Giuseppe è l'uomo dell'azione: senza fare domande segue l'impulso dello spirito e cammina... (per andare a Betlemme, per fuggire in Egitto, per tornare in Palestina) e il suo cammino è a servizio di Gesù, affinché si compiano in Lui le parole dei profeti.
Ecco dove sta l'anzianità (non la vecchiaia) di Giuseppe: nella sua maturità nella fede, nel cammino che egli ha già compiuto nel momento in cui Dio lo ha scelto per stare accanto a Maria nella meravigliosa missione di genitori di Gesù.
Egli da subito mette l'amore al di sopra del rigore della legge e non esita a obbedire all'impulso dello Spirito e a mettersi in cammino quando questo glielo suggerisce.
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