I SOGNI NELLA BIBBIA: NÉ FATALISMO NÉ RASSEGNAZIONE

(Ottavio De Bertoslis, La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, fmaggio 2021, p. VII)


È noto che i popoli antichi in generale, e quelli orientali in particolare, sono sempre stati molto attenti ai sogni pronostici, indovini, visioni più o meno soprannaturali erano merce comune in queste antiche culture. D'altra parte, chi di noi non si è mai domandato se nei sogni che uno può fare ci sia qualche cosa di vero, come una specie di anticipazione del futuro? Come sapete, a Napoli c'è addirittura la "smorfia", un libro nel quale ad ogni sogno corrisponde un numero da giocare al lotto. Che dire allora dei sogni nella Bibbia? Innanzitutto, osserviamo che la Bibbia ne parla, ma non con quella sovrabbondanza e quasi "inflazione che erano soliti usare i popoli dell'ambiente circostante (Assiri, Babilonesi, Sumeri).

E questo è già un dato importante, e si chiama "criterio della discontinuità se presso questi popoli gli dèi erano soliti "usare" gli uomini, muovendoli come delle pedine, e si rivelavano facendo conoscere nei sogni una specie di destino ineluttabile, nell'Antico Testamento questo non avviene, Iddio si rivela, eventualmente anche nei sogni, per chiedere la collaborazione dell'uomo, in un contesto di libertà e responsabilità che il mondo pagano non conosce. 

Cambia quindi molto il contesto: non più un determinismo, un destino già segnato, un uomo-fantoccio nelle mani di invisibili guide della storia, ma uomini e donne che sono chiamati a collaborare con il Signore in un'opera che è di Dio e dell'uomo insieme. D'altra parte, il sogno evoca per antonomasia una situazione in cui l'uomo perde ogni difesa dall'ambiente esterno: mentre dormiamo, siamo indifesi, siamo esposti a quello che gli altri possono volere fare di noi. E per questo è immagine del venire meno anche di tutte le nostre barriere di fronte a Dio, di tutte le nostre difese di fronte ai Suoi desideri su di noi, e dunque del lasciarsi condurre da Lui. Quando dormiamo, siamo abbandonati: così il sogno diviene anche immagine di quell'abbandonarsi a Dio che nasce proprio dal lasciarsi da Lui prendere o afferrare. Capiamo dunque così, tra l'altro, il vero senso dell'abbandono in Dio, che non è fatalismo o rassegnazione, ma il lasciarsi prendere, guidare o portare da Lui, per fare non quel che noi vorremmo, ma quel che Lui ci conduce a fare. Insomma, per capire che cos'è il sogno nella Bibbia, dobbiamo come prima cosa domandarci che cosa evoca come immagine, cioè qual è il suo significato esistenziale implicito, più che non con- centrarci sul significato "scientifico della parola. 

Cosi il sogno del nostro amato San Giuseppe. Possiamo ben pensare che il significato a noi trasmesso dal testo sia che egli si sia abbandonato e lasciato condurre da Dio, e che, uomo giusto, non abbia voluto "dominare o costruire lui stesso la sua vita (proprio come quando dormiamo non siamo in grado di fare alcunché), ma che si sia lasciato condurre da Dio dove Lui stesso lo volle portare. Giuseppe non ha fatto valere o prevalere suoi progetti o desideri, ma, come già la sua sposa, si è affidato a Dio offrendogli la propria libertà.

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