NOVENA A SAN GIUSEPPE - Nono giorno: Giuseppe, uomo docile

«San Giuseppe è stato un uomo che si lasciava condurre da Dio con tanta docilità.  
Quanto sono rare queste persone. Tanti, anche se non lo dicono, sono praticamente atei: vivono ignorando completamente Dio. Ma Dio è la trave che sostiene il tetto della vita umana: se a un tetto togliete la trave, il tetto crolla.
Pensate con quanta docilità Giuseppe accolse l’avvenimento umanamente impensabile dell’Incarnazione del Figlio di Dio: un angelo gli annuncia il mistero che si è compiuto in Maria, e Giuseppe piega la testa, consegnandosi serenamente al progetto di Dio.
Pensate con quanta umiltà accolse la grande lezione di Betlemme: Dio sceglie la povertà di una stalla per gridare che il mondo, senza Dio, è una povera stalla, come amava dire il nostro Giovanni Papini: e Giuseppe, con Maria, piega la testa. 
Non è una cosa semplice.
Pensate con quanta fede cercò Gesù a Gerusalemme per tre giorni insieme a Maria: in quell’occasione capì che Dio va sempre cercato! La fede, infatti, è una lampada che ogni giorno ha bisogno di olio, altrimenti si spegne. E Giuseppe si lasciò educare da Dio. 
Molti pensano che la fede sia una poltrona sulla quale sedersi, mentre invece la fede è una strada sulla quale bisogna camminare ogni giorno: se non si cammina, non si giunge alla meta. San Giuseppe l’aveva capito. 
San Giuseppe è stato un semplice lavoratore (un faber del villaggio): non era un benestante, non era un possidente, non era una persona che viveva negli agi della ricchezza. Tutt’altro! E Dio lo scelse per questo. È una chiara lezione per dirci che la vera ricchezza non sta in quel che possediamo (come molti erroneamente pensano): la vera ricchezza sta in quello che siamo»!


Glorioso S. Giuseppe , sposo di Maria Vergine,
accordami la tua protezione paterna: io te ne
supplico per Cuore di Gesù Cristo. Tu , la cui
protezione si estende a tutte le mie necessità
e sai rendere possibili le cose più impossibili,
rivolgi i tuoi occhi di padre buono sugli interessi
dei tuoi figli.
Nell’affanno e nella pena che mi opprimono,
io ricorro con fiducia a te ; degnati di prendere
sotto la tua protezione questa mia importante e
difficile causa , che mi procura tante preoccupazioni.
Fa ‘ che la sua felice riuscita torni a gloria di Dio e a
bene dei suoi servitori.
Amen.


 
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

«Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001»