Magistero della Chiesa su San Giuseppe- Lettera Apostolica di Pio IX- Inclytum Patriarcham


Riproduzione di santino del 1920

Papa Pio IX, un anno dopo la proclamazione solenne di San Giuseppe quale patrono della Chiesa Universale, tornò nuovamente a dedicarsi al Santo Patriarca, con la lettera apostolica "Inclytum Patriarcham".


In esa venne riconosciuto a San Giuseppe il diritto ad un culto superiore a quello degli altri Santi, con l'introduzione di particolari "privilegi" nella Santa Messa e nella Liturgia delle Ore.


Ovviamente si fa riferimento (laddove si parla di riti di doppia etc.) alla liturgia tridentina, mentre il "Concilio Vaticano" è naturalmente il Vaticano I.

Il documento è interessante anche sotto il profilo "storico", in quanto riassume il magistero pontificio precedente, relativo al nostro caro Santo.



Per leggere il testo integrale della lettera apostolica, cliccate, alla fine dell'anteprima, su "Continua a leggere".





LETTERA APOSTOLICA DI SUA SANTITA' PAPA PIO IX
- INCLYTUM PATRIARCHAM-


La Chiesa Cattolica giustamente onora con un culto sempre più diffuso e venera con un sentimento di profondo affetto, l'illustre benedetto patriarca Giuseppe, ora coronato di gloria e di onore in Cielo.
Sulla terra, l'Onnipotente Dio, preferendolo a tutti i Suoi Santi, lo destinò ad essere il casto e vero sposo dell'Immacolata Vergine Maria  così come il padre putativo del Suo Unigenito Figlio
Egli certamente lo arricchì e lo colmò di grazie uniche e sovrabbondanti, rendendolo capace di eseguire più fedelmente i doveri di un così sublime stato.
Perciò, i Romani Pontefici, Nostri Predecessori, al fine di incrementare e stimolare ardentemente sempre più nel cuore dei fedeli Cristiani l'affetto e la devozione verso il santo patriarca, e di esortarli ad implorare la sua intercessione presso Dio con la massima confidenza, non hanno mancato di decretare nuove e sempre maggiori espresioni di venerazione pubblica verso di lui in tutte le occasioni propizie.
Fra questi è sufficiente richiamare alla mente i Nostri predecessori di felice memoria, Sisto IV, che desiderò che la festa di San Giuseppe fosse inserita nel Messale Romano e nel breviario;
Gregorio XV, che per mezzo di un decreto dell'8 maggio 1621, ordinò che la festa fosse celebrata in tutto il mondo c
on rito doppio di precetto;  
Clemente X, che il 6 dicembre 1670,  accordò alla festa il rito di doppia di seconda classe
Clemente XI, che con decreto del 4 febbraio 1747, adornò la festa con Messa e ufficio interamente propri;
e finalmente Benedetto XIII, che. con un decreto pubblicato il 19 dicembre 1726, ordinò che il nome del santo patriarca fosse aggiunto alle Litanie dei Santi.

Anche noi, elevati alla suprema Cattedra di Pietro per gli imperscrutabili disegni di Dio, e mossi dall'esempio dei Nostri illustri Predecessori, così come dalla particolare devozione che da giovani noi stessi abbiamo nutrito verso il santo patriarca, abbiamo con grande gioia dell'anima, con un decreto del 10 ettembre 1847, esteso all'intera Chiesa,
con un rito di doppia di seconda classe, la a festa del Suo Patrocinio,  una festa che era già celebrata in molti luoghi grazie ad uno speciale indulto della Santa Sede.
Tuttavia, in questi ultimi tempi nei quali una mostruosa e abominevole guerra è stata dichiarata contro la Chiesa di Cristo, la devozione dei fedeli verso San Giuseppe è cresciuta e progredita con tale estensione che da tutte le direzioni, innumerevoli e ferventi richieste ci hanno raggiunto.
Queste furono recentemente rinnovate durante il Sacro Ecumenico Concilio Vaticano da gruppi di fedeli, e, cosa più importante, da molti dei Nostri venerabili confratelli, i cardinali e vescovi della Santa Romana Chiesa.
Nelle loro petizioni ci chiesere che in quei radiosi giorni, a salvaguardia dai mali che ci minacciano da ogni lato, Noi potessimo implorare più efficacemente la compassione di Dio per mezzo dei meriti e dell'intercessione di San Giuseppe, dichiarandolo Patrono della Chiesa Universale.
Mossi da tale richiesta ed in accordo ad essa, e dopo aver invocato la luce divina, ritenemmo giusto che fosse accolto questo desiderio di pietà di così tante persone.

Perciò, con uno speciale decreto della Nostra Congregazione dei Sacri Riti (che disponemmo fosse proclamato durante la Solenne Messa nelle Nostre Basiliche patriarcali, il Laterano, il Vaticano e la Liberiana, l'8 dicembre dello scorso anno, il 1870, festa dell'Immacolata Concezione, sua Sposa) Noi solennemente dichiarammo il beato Patriarca Giuseppe Patrono della Chiesa Universale, e ordinammo che la sua festa del 19 marzo fosse celebrata da quel momento in poi, in tutto il mondo come rito di doppia di prima classe, tuttavia senza ottava, a motivo della Quaresima,

Adesso, dopo la nostra dichiarazione del Santo Patriarca come patrono della Chiesa Universale, pensiamo sia corretto che nella pubblica venerazione delle Chiesa, gli vengano accordati i privilegi ed onori che spettano agli speciali santi patroni, secondo le rubriche generali del Breviario e Messale Romano.
Inoltre, dopo esserci consultati con i nostri venerabili confratelli, i cardinali della Santa Romana Chiesa, incaricati di occuparsi dei sacri riti, Noi confermiamo ed anche accresciamo con la Nostra presente lettera la predetta regolazione di quel decreto, e comandiamo e ordiniamo quanto segue:

Desideriamo che il Credo sia sempre aggiunto nella Messa della festa natale di San Giuseppe, come anche nella festa del suo patrocinio, sebbene queste feste debbano cadere in giorni diversi dalla Domenica.
Inoltre, desideriamo che nell'orazione A Cunctis, sebbene vada recitata, la commemorazione di San Giuseppe sia aggiunta con le seguenti parole, "Con il benedetto Giuseppe", parole che debbono essere introdotte dopo l'invocazione alla Beata Vergine Maria e prima di tutti i santi patroni, con l'eccezione degli angeli e di San Giovanni Battista.
Infine, desideriamo che, mentre questo ordine sia osservato in omaggio ai santi ogni volta in cui siano prescritti dalle rubriche, la seguente commemorazione sia aggiunta in onore di San Giuseppe:

L'antifona dei Vespri:
Ecco il fedele e prudente servo che il Signore ha postro a capo della sua famiglia.
V. Gloria e ricchezza nella sua casa.
R. E la sua giustizia duri per sempre

L'antifona alle Lodi: 
Gesù stesso, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent'anni, ed era considerato il figlio di Giuseppe.
V. La bocca dell'uomo giusto deve meditare la  sapienza.
R. La  sua lingua pronuncerà giusti giudizi

L'orazione: 
O Dio, che nella tua ineffabile provvidenza ti sei compiaciuto di scegliere il beato Giuseppe come sposo della tua santissima Madre, ottienici, ti imploriamo, che possiamo essere degni di averlo per nostro intercessore in Cielo, lui che veneriamo come nostro protettore in terra....

Dato a Roma  presso la cattedra di San Pietro, il 7 luglio 1871, nell' anno ventiseiesimo del Nostro Pontificato
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