MEDITIAMO SU SAN GIUSEPPE- Testi del Cardinale A. Ballestrero, ocd- seconda parte


RISPONDERE AL DISEGNO CHE DIO HA SU OGNUNO  DI NOI


Card. A. Ballestrero

Sacro Monte di Varallo- La fuga in Egitto     http://www.sacromontevarallo.eu

VIVERE DI FEDE

Contempliamo la docilità di Giuseppe di fronte agli interventi misteriosi di Dio. 
Gli sono dette cose impossibili, paradossali e Giuseppe destatosi dal sonno, fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24)
L'insegnamento vale anche per noi: nella nostra esistenza dobbiamo vivere di fede.
Ma il grande ostacolo a credere è la superbia del nostro spirito, che si manifesta sia a livello delle nostre idee sia a livello dei nostri capricci. 
Avremmo ormai dovuto imparare -specie oggi che ascoltiamo tanta Parola di Dio- che Dio è buono, che è Padre, ma che non rinuncia ad essere il Signore.
Io sono il Signore: l'ha detto e lo ripete ancora, anche a noi.
Per credere, bisogna lasciarci condurre, chinare il capo: non si può discutere con Dio.
Bisogna esser docili, umili ed accettare che il Signore sia più grane di noi, ci trascenda, sia di là delle nostre viste, al di sopra della nostra volontà e dei nostri desideri.
Giuseppe è un mirabile esempio per la nostra fede: la sua vita è stata veramente travolta dalle iniziative di Dio, iniziative misteriose, iniziative al di là della possibilità di capire.
Giuseppe si è lasciato condurre perché era giusto, e giusto è l'uomo che vive di fede.
Dove lo porta il Signore? 
Non lo sa: Dio non glielo dice, non gli spiega niente e lui obbedisce ugualmente.
Lui ha sempre detto di sì con la vita, non con le parole.
Non ha mai avuto questioni da sollevare, dubbi da proporre.
E in questo è stato, potremmo dire, più silenzioso della Madonna.
Lei qualche parola l'ha detta, lui no.
La sua risposta al dono di Dio è la sua stessa vita, sono le sue opere, il suo consenso. E la sua obbedienza immediata è il modo concreto di credere. 
Quest'atteggiamento di fede semplice, silenziosa ed obbediente non  soltanto rese Giuseppe cooperatore preziosissimo nel mistero dell'Incarnazione, ma gli donò anche la serenità e la pace del cuore.
Giuseppe è un pacifico e un pacificatore; avvolge la vita di tutti con una presenza rasserenante e consolatrice.
Mentre lo contempliamo, così invitante per la nostra pietà, impariamo da lui, affinché la nostra fede diventi semplice e obbediente come la sua, così da poter essere noi pure delle creature serene e pacifiche, balsamo di consolazione nella vita degli altri.
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