MAGISTERO DELLA CHIESA SU SAN GIUSEPPE - Stralci da un'omelia di Papa Paolo VI


FESTIVITÀ DI S. GIUSEPPE ARTIGIANO

STRALCI DALL' OMELIA DI PAOLO VI ai lavoratori 

Venerdì, 1° maggio 1964
"Ed ecco allora che voi, per i quali i valori spirituali sono ancora apprezzati e conservati, venite da Noi, venite dal Papa, dalla Chiesa - Madre e Maestra - per chiederle (è oggi la vostra stessa presenza in questa basilica una domanda), per chiederle una parola nuova, una parola viva, una parola, sì, rivelatrice. 
È possibile ancor oggi dire al mondo del lavoro, che vuol dire al mondo scientifico, industriale, tecnico, sociale, una parola di fede cristiana, che vada dritta al suo cuore? 
È ancora, se c’è questa parola, utile, vera, rigeneratrice?
Figli carissimi! 
Sì. Questa parola c’è, ed è viva, è vera, è per voi! 
E la Chiesa la conserva, la Chiesa ancora ve la offre! 
E ripeto: è nuova, perché è vera e perché è viva, anche se è sempre sostanzialmente la stessa; è eterna. 
Quale parola, mi chiedete, è questa? E vi rispondo: è il Vangelo. 
Sì, il Vangelo, luce del mondo, scienza di Dio e dell’uomo, codice della vita. 
Quel Vangelo che si apre alla prima pagina con il muto linguaggio di S. Giuseppe, custode, quasi portinaio del regno di Dio, recato al mondo da Cristo Signore; è lui che vi dice: si entra di qui, l’ingresso è la vita umile, forte, sacra del lavoro. 
Cioè, nella comprensione cristiana del lavoro abbiamo la porta, avete la chiave per entrare, voi lavoratori, nel mondo dello spirito, della fede, della luce religiosa che dà alla vita il suo senso, la sua dignità, il suo destino. 
Per altri il lavoro è l’introduzione nel regno della materia; per voi cristiani è un’iniziazione alla vita superiore dell’anima".
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