NOVENA A SAN GIUSEPPE - ottavo giorno - La serenità di San Giuseppe


NOVENA A SAN GIUSEPPE

O Dio onnipotente, 
che hai voluto affidare 

gli inizi della nostra redenzione 
alla custodia premurosa di san Giuseppe, 
per sua intercessione 
concedi alla tua Chiesa 
di cooperare fedelmente 
al compimento dell'opera di salvezza.

AMEN





LA SERENITA' DI SAN GIUSEPPE
(Dal sito donBoscoTorino)


Il silenzio interiore consiste nella grande pace di tutte le facoltà dell’anima, nel perfetto riposo di tutte le sue potenze e nella tranquillità della coscienza. Esso nasce dalle parole che Dio sussurra all’orecchio del cuore: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore” (Sal 85,9).
Se guardiamo alla famiglia di Nazareth, noteremo che è proprio questo silenzio interiore che Gesù e Maria hanno insegnato a San Giuseppe. Se il primo dono di Dio all’umanità è stata l’immacolata concezione di Maria, esentandola completamente dal peccato e dalla colpa, il primo dono che la Vergine santissima e il suo benedetto Figlio hanno fatto all’uomo è stato quello del silenzio interiore e San Giuseppe ne è stato il primo beneficiario.
Né la persecuzione di Erode, né la fuga in Egitto, né le traversie di un immigrato, né le difficoltà nella gestione della maternità di Maria, lo hanno sconvolto, ma sempre è rimasto impassibile, confidando unicamente in Dio.
 
Per questo è detto “il giusto”, perché nulla lo ha turbato. 
Sempre ha cercato Dio.

Ora, San Giuseppe ha avuto la grazia di vivere accanto al Salvatore e a sua Madre, la Tutta Santa, e ha ascoltato dalla loro bocca quelle soavi parole che bastarono a fargli godere il silenzio interiore quale riflesso della celeste beatitudine.
La vita di San Giuseppe fu una continua preghiera. In compagnia del Re del cielo non poteva che meditare e gustare le cose del cielo. Mentre Gesù cresceva in età, sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini, San Giuseppe cresceva in raccoglimento ed unione con il Dio Salvatore; non occupandosi delle cose esteriori se non nella misura strettamente necessaria ai bisogni della Sacra Famiglia. 
San Bernardino da Siena afferma che: «Il santo padre putativo di Gesù fu innalzato al più alto grado di contemplazione. Egli ebbe l’altissimo favore di godere delle più intime comunicazioni dello Spirito Santo e delle più rare grazie del Cuore divino di Gesù».
Questo silenzio interiore è l’impassibilità davanti agli avvenimenti del mondo. L’anima immersa in Dio conosce perfettamente tutte le tendenze dell’animo umano e non se ne scandalizza, ma le guarda con quel sereno distacco che proviene dall’amore. Tutto avvolge nella misericordia, sapendo che solo quando l’uomo si apre a Dio può cambiare il suo cuore, cioè i suoi pensieri e le sue tendenze e così dominare le sue passioni malvagie.
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