SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE

 
 
I SILENZI DI SAN GIUSEPPE
Angelo Forti
(tratto da La Santa Crociata in onore di San Giuseppe,  
n. 3 /2016, p. 17) 
 
Poiché le parole esprimono solo la superficie di quello che si vive nel profondo dell'anima, il silenzio di San Giuseppe ci aiuta a recuperare un giusto rapporto tra la parola e il silenzio, in questa epoca di comunicazione globale in cui si corre il rischio di farli vivere su due piani diversi. 
Come nello spartito musicale le pause liberano e arricchiscono la melodia, così il silenzio è elemento necessario per una comunicazione autentica. Benedetto XVI ha scritto che «nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggior chiarezza quello che desideriamo dire e ciò che ci attendiamo dall'altro, scegliamo come esprimerci».
Il silenzio di San Giuseppe ci invita ad immergerci in uno spazio proprizio per captare una comunicazione che sappia muovere la nostra capacità di intuire e rilevare la profondità di un legame di fede e di abbandono alla volontà del Padre.
Nella nostra società del frastuono la lezione del silenzio di San Giuseppe è un regalo prezioso che ci stimola a trovare uno spazio di discernimento tra le tante proposte che riceviamo.
La casa di Nazareth è diventata per noi una scuola di santità vissuta nella gioiosa ricerca della comunione con Dio attraverso la preghiera, il dialogo, il lavoro. È solo nel silenzio che noi riusciamo a coltivare i momenti più propizi per comunicare con noi stessi, con la nostra coscienza, con le persone che si amano. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza ed è proprio in queste circostanze che nel silenzio troviamo le forme di più intensa partecipazione. Per noi cercatori di verità e pellegrini nella storia alla ricerca del volto di Dio, il silenzio di Giuseppe si fa cattedra di insegnamenti, un'università della santità.
Per 365 giorni il silenzio si fa parola, l'umiltà si fa energia e forza, l'esempio una forza trainante per perseverare nella fiducia in Dio.
Non tutti i giorni dell'anno saranno uguali, le vicende diverse, gli umori variabili, le circostanze disparate, a volte saremo costretti a percorrere vie impervie, sentieri faticosi, tuttavia, lo sguardo di Dio non ci lascia mai orfani.
Dai Vangeli sappiamo che Giuseppe, soprattutto nei momenti difficili e burrascosi della sua vita non è stato mai lasciato solo, la carezza di Dio l'ha sempre accompagnato, specialmente quando i suoi sogni erano diversi dai progetti di Dio.
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