Altra riflessione su Giuseppe e sulla sua "sofferta" decisione di prendere con sè Maria, dopo la scoperta dell'inattesa gravida di lei. Nella sua meditazione, l'autore – Mons. Sigalini – accenna al fatto che Giuseppe non aveva dubbi sulla sua sposa, concordando così con quella tesi che vede il "dubbio" del santo non legato alla fedeltà di Maria, ma alla propria indegnità rispetto ai misteriosi progetti di Dio su quella ragazza.
Giuseppe è un professionista, un carpentiere, un
lavoratore deciso, concreto e di poche parole. Non è necessariamente vecchio e
pelato come spesso lo si dipinge per dire la nostra incredulità nel pensarlo
accanto a Maria innamorato perso e proprio per questo delicatissimo in ogni
sfumatura d'amore. L'abbiamo dipinto spesso così per dire la nostra incapacità
a pensare un amore pieno, vero, profondo, intenso e nello stesso tempo vergine.
Se il centro dell'amore tra Giuseppe e Maria è Gesù, l'amore fatto persona, la
sorgente dell'amore, di cui ogni nostro palpito ne è solo una pallida
concretizzazione, ogni nostro gesto di affetto, ogni bacio ne è solo
un'immagine imperfetta... non possiamo non immaginare la pienezza e profondità
dell'amore tra Giuseppe e Maria, la sua unicità, se all'interno di esso prende
carne proprio Gesù. Ogni amore umano tra uomo e donna chiama in causa l'amore
di Dio, ne è una degna, ma velata immagine. È Dio che si dà a vedere
nell'intensità di amore tra i due. Per Giuseppe e Maria in questo amore non c'è
solo l'immagine, ma compare proprio Lui, la sorgente dell'amore, il suo senso,
la completezza, la pienezza, Gesù. Il cuore di Giuseppe ha sicuramente
rischiato di scoppiare. È, San Filippo Neri, mi pare, quel santo che aveva le
costole del petto dilatate per l'espansione d'amore del suo cuore, a contatto
con il Signore Gesù?! E allora come facciamo ad essere increduli nel pensare a
Giuseppe entusiasta, felicissimo di questo amore che lo legava in maniera così
originale a Maria? Certo se guardiamo a tutte le contraffazioni dell'amore che
ci sono nella nostra cultura, se distacchiamo il nostro amore dalla sorgente che è Dio, il nostro orizzonte si chiude su tutte
le impossibilità e i tradimenti (li cui siamo capaci. Giuseppe invece è nell'amore
vero anche se la strada è in salita. L'amore di Dio gli si svela nell'intimo
della coscienza con la lama dello stupore, del disorientamento. È un'esperienza
senza via di uscita se non nel massimo dell'abbandono a Dio. Maria è sua
promessa sposa, è già orientata a Giuseppe e aspetta un bambino.
Giuseppe ne viene a conoscenza, ma quel bambino non è
suo. Aveva immaginato un amore pulito, se lo stava cesellando giorno per
giorno. Non lo sfiora nessun dubbio su Maria, ma gli si lacera il cuore. Gli
crolla tutto il suo progetto. Non riesce a darsene una ragione, non si abbassa
a mettere in campo avvocati o leggi o tanto meno l'opinione pubblica. E mentre
conosce la sconfitta umana dei suoi progetti, quando il suo cuore è stato
svuotato dell'ultimo sentimento, nella sua coscienza, che è dialogo intimo con
Dio, dichiara il massimo di adesione a Dio, scritta nella sua onestà. E decise
di lasciare libera Maria "In segreto, poiché era giusto", dice il
vangelo. Solo a questo punto Dio si dà a sentire. "Giuseppe, non temere, è
da sempre che sto pensando alla tua onestà, alla tua giustizia, alla tua
grinta, al dolcissimo amore che ti lega a Maria. Mi ha affascinato la tua
delicatissima relazione con Maria. In questo vostro amore meraviglioso, noi, la
Trinità, abbiamo deposto Gesù, il Figlio di Dio. Quel bambino è la Parola, che
era fin dal principio, è il nostro essere persona umana.
Il cuore di Giuseppe che già scoppiava di amore per
Maria s'è dilatato ancora di più. Quel dialogo con Dio gli ha ridato Maria e ha
portato al massimo compimento il suo amore, la sua stessa vita. Aveva cercato
come ogni giovane uno scopo alla sua esistenza, ma Maria lo ha fatto andare
oltre, gli ha indicato il vero scopo, il vero centro della vita: Gesù.
(Domenico Sigalini, Vieni Signore Gesù. Novena di Natale, Ave, 2004, pp. 19-23)
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