(Da Giuseppe siamo noi di Johnny Dotti e Mario Aldegani, San Paolo, 2017, pp. 74-76
Si precisa che nel libro Giuseppe viene chiamato Youssef)
«Solo se perdiamo, troviamo; solo se ci svuotiamo siamo disponibili ad essere fecondati da nuovi contenuti; solo se rinunciamo a riferimenti sicuri possiamo scoprire paesaggi esistenziali inediti e ci facciamo incontrare dal mistero. Questo è ciò che è accaduto a Youssef. Non è cambiato il suo luogo, era sempre Nazaret. Non cambiata la persona: era sempre Maria.
Non è cambiata la loro relazione: erano sempre fidanzati. Ma si è generata una novità che ha cambiato del tutto le condizioni della realtà.
La prima reazione che noi abbiamo davanti a situazioni del genere è quella dell'affanno, dell'ansia, del dubbio, dell'angoscia; il tentativo di rimettere a posto le cose secondo logiche sperimentate, del cercare una tecnica che ci aiuti a ricomporre i frantumi dell'esistere.
Youssef di Nazaret passa un momento in cui tutto nella sua vita sembra crollare e... si addormenta. Cioè si arrende, non resiste più, anche se la resistenza lo ha preparato all'ascolto.
Si addormenta e apre la strada al sogno.
Il sogno è la profondità di noi stessi, è il linguaggio su ciò che noi non siamo ancora, in questo senso è l'irruzione dell'altro nel circuito dei nostri pensieri, dei nostri affanni o dei nostri ricordi.
Il sogno indica la via, che non è la via di soluzione a un problema che sta fuori di te, ma una via di trasformazione accettando di perdere un po' il controllo della realtà che pensavi di possedere e accettando di entrare in una dimensione per te sconosciuta e provocante.
Il sogno non ti lascia un progetto o un programma: ti lascia un'intuizione e ti chiede un cammino. È il linguaggio dell'invisibile che sta nella profondità della realtà e che chiede di essere ascoltato.
Per poter sognare Youssef si è dovuto addormentare. Cioè ha dovuto abbandonarsi, per poter ascoltare il "Non temere" che andava a ricomporre i frantumi e ad aprire una strada inedita. Invece di sentirsi abbandonato, Youssef ha saputo abbandonarsi al sogno che interpretava nel modo più vero la sua esistenza.
L'ascolto profondo di una realtà sconosciuta permette a Youssef il risveglio, che non è semplicemente la fine del sonno, ma una nuova veglia in condizioni diverse, con un livello di coscienza più profondo, che passa attraverso l'incoscienza. Nella vita di Youssef il sogno non è qualcosa di romantico, piuttosto di assai impegnativo. Nel sonno e nel sogno egli conosce la sua strada, esce dall'incubo, si risveglia e prende una decisione. Attraverso il sogno, Youssef passa dall'incubo alla speranza, dalla paura alla fiducia e quindi all'azione. Il sogno è la fonte dell'azione».
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo,
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa.
Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio,
e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo,
con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue,
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia,
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi,
che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col
potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo
salvasti dalla morte
la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere,
piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo.
Amen
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