NOVENA A SAN GIUSEPPE: Quarto giorno – La fuga in Egitto


(Da Giuseppe siamo noi di Johnny Dotti e Mario Aldegani, San Paolo, 2017, pp. 42-43
Si precisa che nel libro Giuseppe viene chiamato Youssef)

«Dopo il viaggio a Betlemme, la fuga in Egitto per mettere in salvo il bambino.
Un viaggio affannoso, nella paura, con un futuro incerto. Verso una terra straniera.
Youssef, con il suo figlio piccolo e la sua sposa, ha provato anche l'esperienza di vivere in terra straniera, la stessa esperienza che vivono milioni di nostri contemporanei. 
Egitto significa "frontiera"; per Youssef fu il varcare la frontiera della propria terra per entrare in una terra che non era la sua, in mezzo a un popolo che non era il suo popolo.
Non è facile capire cosa una persona provi quando vive in una terra straniera, se non lo si è almeno un po' sperimentato. In grado e in modo diverso, la terra straniera è sempre esistenzialmente terra d'esilio.
Essere straniero significa non avere più il proprio linguaggio, non riconoscere quello altrui. Si può imparare perfettamente una lingua nuova, ma vi sono momenti della vita dove solo la lingua materna può esprimere quello che uno ha dentro.
Essere straniero significa perdere i propri sapori, i propri colori, i propri odori. Essere stranieri significa perdere l apropria comunità, che è forma dell'essere, forma di pensiero, è un canto, è una nostalgia, è una preghiera.

Ogni migrante è un esiliato e rischia di diventare straniero alla propria esistenza. Nessuno accetta di restare esiliato a vita.
D'altro canto, paradossalmente, nessuna comunità basta per sempre, né ti può proteggere del tutto nella vita, perché la vita è inevitabilmente interruzione, frattura, sbilanciamento; e nessun luogo che si abita può essere fino in fondo considerato proprio.
 E alla fine Youssef ritorna. Tanti viaggi nella vita di Youssef, tanto cammino a piedi». 


 PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
 
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, 
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. 
Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, 
e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, 
con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, 
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. 
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, 
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, 
che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte 
la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio 
dalle ostili insidie e da ogni avversità; 
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, 
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, 
piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. 
Amen 
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