(Da Giuseppe siamo noi di Johnny Dotti e Mario Aldegani, San Paolo, 2017, pp. 40-42
Si precisa che nel libro Giuseppe viene chiamato Youssef)
«Il primo viaggio, riportato nel Vangelo, è a Betlemme, in Giudea, dove Gesù nasce.
Betlemme significa "casa del pane".
Casa e pane richiamano a tutti il senso dell'intimità quotidiana, della leggerezza e dell'intensità degli affetti familiari, qualcosa dunque che nutre o può nutrire in ogni luogo; che non è essenzialmente legato alla qualità esterna di un luogo e a ciò che esso può offrire, ma si alimenta attraverso la forma delle relazioni che lo rendono ospitale: casa e pane.
Ogni luogo può essere fatto dimora del bene, se vi sono persone che lo predispongono, lo custodiscono e lo condividono, ne hanno cura.
La pagina della nascita di Gesù, come ce la racconta il Vangelo di Luca, commuove sempre, perché esprime qualcosa di profondamente umano. L'intimità non è privazione o solitudine. La nascita di Gesù, pur nella povertà, è una scena comunitaria: il figlio, la madre, il padre, i pastori, i magi, gli angeli, la natura e gli animali. C'è casa e pane dove c'è la costruzione di una comunità.
È Youssef di Nazaret, forse anche più di Maria, colui che costruisce questa atmosfera, cercando il luogo dove Gesù sarebbe nato, dopo aver bussato inutilmente a tante porte, e dandogli ogni comfort possibile, insegnandoci che la dignità non dipende dalle cose, ma ancora una volta dall'amore che ci sta dentro, Lungo il viaggio, Betlemme è il simbolo della casa, del pane, della cura. Tutte cose necessarie all'esistere.
Youssef fa tutto questo, come nell'ombra. Non compare neppure nella foto ricordo scattata dall'evangelista Matteo all'arrivo dei magi: "Entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria" (Mt 2,11)».
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo,
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa.
Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio,
e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo,
con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue,
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia,
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi,
che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col
potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo
salvasti dalla morte
la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere,
piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo.
Amen
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