(Da Giuseppe siamo noi di Johnny Dotti e Mario Aldegani, San Paolo, 2017, pp.37-40
Si precisa che nel libro Giuseppe viene chiamato Youssef)
«La via è un viaggio.
Si vive continuamente l'esperienza di un cambiamento di età, di luoghi, di paesaggi naturali e relazionali. Soprattutto è un processo di continua trasformazione. Oggi per molti il viaggio della vita è letteralmente un viaggio drammatico per cambiarla, per darle una direzione diversa, alla ricerca di una nuova speranza.
L'avventura di milioni di persone che sono in viaggio nel pianeta muta le condizioni del vivere, trasforma le geografie e modifica le economie, cambia le etnie. Interroga tutti, quelli che viaggiano e quelli che non viaggiano, perché ognuno si trova a camminare con compagni di strada diversi, a volte inaspettati.
Youssef di Nazaret ha avuto del viaggiare un'esperienza non comune. Si da quando, per obbedire all'ordine dell'imperatore romano, ha dovuto attraversare i monti della Giudea e da Nazaret scendere a Betlemme, per il censimento.
Un bel viaggetto, se consideriamo che si trattava di un centinaio di chilometri, fatti a piedi o sul dorso di un mulo, con la sua sposa in stato di avanzata gravidanza.
Più lungo e drammatico fu il viaggio in Egitto, anche perché fu una fuga dal pericolo di Erode, che voleva uccidere il bambino, nato nella città di Davide. Un viaggio da profugo, fatto nella paura e nel disagio.
Poi il ritorno a Nazaret in Galilea, nel segno della speranza.
I luoghi stessi del viaggiare di Youssef sono significativi. Nel viaggio di Giuseppe ogni luogo ha un senso e ci parla.
Egli parte da Nazaret, che significa "la custode", "la guardiana", un nome che le viene dalla sua posizione geografica. In questa città probabilmente Giuseppe avrebbe voluto vegliare sulla sua famiglia, custodendola nel tranquillo svolgersi della vita ordinaria. Prima l'ordine dell'imperatore e poi la volontà malvagia di Erode lo costringono a viaggiare. Ma anche questo è un segno, provvidenziale. Youssef deve uscire da quella sicurezza che si stava costruendo e nella quale stava tranquillo».
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo,
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa.
Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio,
e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo,
con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue,
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia,
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi,
che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col
potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo
salvasti dalla morte
la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità;
e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere,
piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo.
Amen
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