SETTENARIO DI MEDITAZIONI (di sant'Alfonso Maria de' Liguori) - Settimo giorno


SETTIMO GIORNO 
Meditazione DELLA GLORIA DI S. GIUSEPPE 

"Euge serve bone et fidelis, quia in pauca fuisti fidelis, intra in gaudium Domini tui" (Matth. 25. 21) 

La gloria che Dio dona ai suoi santi in cielo corrisponde alla santità della vita ch'essi han menata in terra. Per comprendere la santità di S. Giuseppe, basta intendere solamente quel che ne dice l'Evangelio: "Ioseph autem vir eius, cum esset iustus" (Matt. I. 19). Uomo giusto viene a dire uno che possiede tutte le virtù; mentre chi manca in una sola virtù, non può dirsi più giusto. Or se lo Spirito Santo chiamò giusto Giuseppe, allorché fu eletto sposo di Maria, considerate quale abbondanza di amor divino e di tutte le virtù trasse poi il nostro Santo dá colloquii e dalla continua conversazione della santa sua sposa, che gli dava un perfetto esempio in tutte le virtù. Se una sola voce di Maria bastò a santificare il Battista ed a riempire di Spirito Santo Elisabetta, or a quale altezza di santità dobbiam pensare che fosse giunta la bell'anima di Giuseppe colla compagnia e familiarità, che per lo spazio di 25 anni (secondo si porta) ebbe egli con Maria? In oltre, quale altro accrescimento di virtù e di meriti dobbiam supponere che acquistasse Giuseppe, col praticare per lo spazio di trenta e più anni continuamente colla santità medesima, ch'era Gesù Cristo, in servirlo, alimentarlo ed assistergli in questa terra? Se Dio promette premio a chi dona un semplice bicchier d'acqua ad un povero per di lui amore, pensate qual gloria in cielo avrà data a Giuseppe, che lo salvò dalle mani di Erode, lo provvide di vesti e di cibo, lo portò tante volte in braccio, e l'allevò con tanto affetto. Certamente dobbiam credere che la vita di Giuseppe alla vista ed alla presenza di Gesù e di Maria era una continua orazione ricca d'atti di fede, di confidenza, d'amore, di rassegnazione e d'offerte. Or se il premio corrisponde á meriti della vita, pensate qual sarà la gloria di Giuseppe in paradiso. S. Agostino paragona gli altri santi alle stelle, ma S. Giuseppe al sole. Il P. Suarez dice essere molto ragionevole il sentimento che S. Giuseppe, dopo Maria, avanzasse in merito e gloria tutti gli altri santi. Dal che deduce il Ven. Bernardino da Bustis 6 che S. Giuseppe in certo modo in cielo comanda a Gesù e a Maria, allorché vuole impetrare qualche grazia á suoi divoti. 

Preghiere
Santo mio patriarca, or che godete in cielo in alto trono, vicino al vostro amato Gesù, che vi fu suddito in terra, abbiate pietà di me, che vivo in mezzo a tanti nemici, demòni e passioni malvagie, che continuamente mi stan combattendo, per farmi perdere la grazia di Dio. Deh per quella grazia che vi fu concessa in terra di poter godere la continua compagnia di Gesù e di Maria, ottenetemi la grazia di vivere in questi giorni, che mi restano, sempre unito a Dio, resistendo agli assalti dell'inferno e di morire poi amando Gesù e Maria: acciocché possa indi venire un giorno insieme con voi a goder la loro compagnia nel regno dé beati. Vergine santissima e madre mia Maria, quando sarà ch'io libero dal timore di più peccare mi abbracci á piedi vostri, per non partirmene più? Voi m'avete d'aiutare a giungere a questa felicità. E voi, amato mio Gesù, caro mio Redentore, quando sarà ch'io venga a godervi in paradiso e ad amarvi da faccia a faccia, sicuro ivi di non potervi più perdere? Sintanto che vivo, sempre sto in questo pericolo. Ah mio Signore ed unico mio bene, per li meriti di Giuseppe, che voi tanto amate e tanto l'onorate in cielo e della vostra cara madre, ma più per li meriti della vostra vita e morte, coi quali mi avete meritato ogni speranza, non permettete ch'io mai m'abbia a separare dal vostro amore in questa terra; acciocché venga poi in quella patria d amore a possedervi e amarvi con tutte le mie forze, per non separarmi più dalla vostra presenza e dal vostro amore.
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