LA FIGURA DI SAN GIUSEPPE - Prima parte


Da Federico Suárez, Giuseppe sposo di Maria, Ares Edizioni, 2006, pp. 13-15


San Giuseppe non sembra corrispondere a quel genere di santi che destano ammirazione e deisderio di emularne gli atti. Al contrario, si è portati a inserirlo nella gran massa degli uomini qualsiasi, quelli che non si attirano una seconda occhiata. Il tipo dell'uomo dimesso, indistinguibile nella folla dei suoi simili in mancanza del minimo particolare degno di attenzione: l'esatto contrario delle figure che la comune aspirazione assume a modelli o ad archetipi esemplari. 
Passa per il Vangelo senza che gli si senta dire una sola parola. Non ha scritto un rigo. Nessuna delle azioni che ha compiuto è più che comune. Quanto basta per concludere, con una locuzione abusata: un uomo senza messaggio.
Si tratta, è chiaro, di una prima apparenza. Tuttavia è altettanto vero che almeno per qualche verso quell'apparenza è fedele alla realtà, l'impressione è veritiera. È proprio così: san Giuseppe non fu un uomo appariscente. Ma ci è lecito affermare che l'appariscenza è di per sé un valore essenziale? Da quando in qua la qualità, l'intrinseca consistenza di un uomo, si misurano dall'apparenza esteriore?

Però non consta nemmeno che san Giuseppe abbia lasciato grandi conquiste ai posteri. Uomini come Archimede, san Tommaso d'Aquino, Michelangelo, Edison, hanno accresciuto il patrimonio dell'umanità, arricchendolo di contributi le cui conseguenze sono state straordinarie. Neppure sotto questo profilo, occorre confessarlo, san Giuseppe si è reso creditore della gratitudine degli uomini. Vero è che non vi ha neanche tentato: il problema, per quanto ne sappiamo, non gli toglieva il sonno e non lo assillava affatto.
Ce n'è a sufficienza perché questa figura, agli occhi o all'opinione di qualcuno, appaia come il ritratto di un uomo banale, tanto banale da non essersi lasciato dietro niente che parlasse per lui a quanti fossero venuti dopo.
Chi la pensasse in questo modo, tuttavia, dimostrerebbe di rientrare nella categoria (forse più affollata di quanto sarebbe auspicabile) degli uomini che si accontentano di valutazioni a corto raggio: di quanti basano i propri giudizi su alcune norme convenzionali fondate più sull'apparenza che sulla realtà, più su una stima condivisa che su una stima versa. Di quanti, in altre parole, pensano in termini di stime mondane piuttosto che di criteri soprannaturali, finendo necessariamente col fiudicare le persone non per quello che sono, e nemmeno per le loro opere, bensì solo per un certo tipo di opere, e precisamente per quelle che loro stessi hanno previamente deciso di definire degne di merito e di memoria. 
Insomma: sulla scorta dei criteri in uso, criteri di questo mondo, per nulla soprannaturali e in genere assai poco profondi, la figura di san Giuseppe risulta alquanto pallida, proprio per la sua – apparente – scarsa personalità, e non presenta agli uomini del nostro tempi elementi di interesse bastevoli a meritare uno sguardo più attento. Criteri del genere scorgono in Giuseppe solo un uomo grigio, un artigiano di provincia che non ha mai detto niente, che non ha fatto niente che valga la pena di registrare. Innegabilmente un brav'uomo, meritevole d'ogni stima; ma nessuno ha il tempo di fermarsi a contemplare tutta la brava gente che è venuta al mondo. Ci sono occupaioni più importanti, più pressanti, più utili, più necessarie. 
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

«Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001»