IL SILENZIO GREMBO DELL'EDUCAZIONE (Don Mario Carrera)


(La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, dicembre 2021)

Con il suo silenzio san Giuseppe sembra una figura fasciata in una cappa di vetro che lascia spazio a molti interrogativi.
La parola "silenzio" ha un ventaglio di significati che traspaiono dal volto della persona e dai suoi comportamenti. Il silenzio può essere figlio della prudenza o dell'astuzia, della compiacenza o della spavalderia canzonatoria, ma anche della ricchezza spirituale o della stupidità. Il silenzio di Giuseppe ha le caratteristiche della responsabilità, della laboriosità e della fedeltà.
Il silenzio in san Giuseppe nasce anche dallo sgomento del mistero in cui avverte di essere entrato.
Nella realtà umana c'è una differenza tra l'insegnare e il trasmettere.
L'insegnare ha un codice di regole, di nozioni e di metodi così rigidi da apparire ingessati. L'insegnare, che è sempre una forma educativa, esige dai maestri che siano formati ad istruire. Il "trasmettere", invece, possiede una vivacità di espressione capace di rendere "visibile l'invisibile, pensabile l'impensabile", di traghettare la vita come la spola in un telaio tesse la tela.
Il comportamento umano di Giuseppe si trasferiva nel divino di Gesù e il divino di Gesù si trapiantava nei pensieri di Giuseppe.
Il silenzio dei "Vangeli dell'infanzia" prendeva volto nell'agire di Giuseppe, nel modo di relazionarsi verso Maria, verso Gesù, con le persone che frequentavano la bottega del carpentiere a Nazareth. Quel modo di fare diventava parola esemplare.

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