LE ATTITUDINI DI SAN GIUSEPPE (Fr Alzinir Francisco Debastiani OCD)

 (dal Sito OCDS d'Italia)


Vorrei ricordare  alcune delle attitudini di san Giuseppe, affinché  aiutino anche noi a vivere le innumerevoli sfide di oggi, affrontandole con la ferma fiducia in Dio, nel dono di noi stessi, proprio come San Giuseppe, il quale visse in un “persistente silenzio [che] non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia” (Patris corde 7).
Sappiamo che Giuseppe visse momenti difficili nella sua vita, come quando pensò di ripudiare Maria in segreto (Mt 1,19), appena si rese conto della sua gravidanza. Ma essendo “uomo giusto” che medita nella legge del Signore (Sl 1), riconobbe il disegno del Padre e che quello che succedeva alla sua amata Sposa era “opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 18.20). Così la riceve a casa sua, prendendosi cura di lei e del Bambino.
Ma pensiamo ancora quando, attento agli avvenimenti attorno a sé, Giuseppe vede che la violenza di Erode minaccia la vita della Madonna e del Bambino Gesù e fugge per l’Egitto, salvando così le loro vite. Oppure pensiamo come lui abbia vissuto la fatica del lavoro per sostentarli… E questi sono soltanto alcuni degli eventi della sua vita, quale compagno e peregrino nella fede con Maria (cf. LG 58), che ci ispirano a vivere oggi la nostra fede nell’amore provvidente del Padre.
Con lui sappiamo che Dio conduce la storia per cammini a noi tante volte incomprensibili. Di più: Giuseppe sa che la missione di Maria e la sua stessa missione sono uniche nella storia. Così collabora docilmente con i piani di Dio, offrendo la sua persona e le sue abilità al suo servizio.
Con questa attitudine, san Giuseppe ci testimonia che “avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca” (Patris corde 2).
In questi tempi di tribolazione è importante ricordare che Giuseppe assieme a Maria, nella Santa Famiglia di Nazaret, così come appare nel Vangelo è un “uomo giusto, lavoratore, forte”; in lui vediamo anche “una grande tenerezza, che non è propria di chi è debole ma di chi è veramente forte, attento alla realtà per amare e servire umilmente” (Laudato si’ 242).
Lui ispira in particolare le famiglie ad affrontare le attuali sfide con quel cuore di padre, attento, lavoratore, silenzioso, pronto all’obbedienza ai piani del Padre celeste e ad attuarli con una coraggiosa creatività.
Questo lo potremmo fare anche noi, se e come lui, coltiviamo il silenzio interiore che permette di ascoltare la voce di Dio nella sua Parola, affinché siamo premurosi verso gli altri che vivono attorno a noi, accogliendoli come dono di Dio. 
A questo serve la creatività, come ce lo ricorda papa Francesco nella Patris corde alla luce della paternità creativa di San Giuseppe (n. 5): “sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere”.
Il segreto? La fiducia nell’amore fedele e misericordioso del Padre celeste e il vivere insieme a Gesù, a Maria e a Giuseppe. Nella loro compagnia, così come ci ha insegnato la Santa Madre Teresa di Gesù, troveremo la forza e il coraggio di vivere fedelmente la nostra vocazione e missione oggi!

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