SAN GIUSEPPE. IL SALVATORE DEL SALVATORE DEL MONDO (Wim Collin) - Prima parte

(in Note di pastorale giovanile, novembre 2022)  

San Francesco di Sales


Talvolta, leggendo le lettere di San Francesco di Sales, il lettore tende a meravigliarsi, e i motivi di ciò possono essere molteplici. In quasi tutte le lettere del Santo è presente una semplicità e una comprensibilità notevoli, inoltre vi sono immagini esplicative che illuminano la mente del lettore e gli permettono immediatamente di comprendere il significato dei temi trattati. Infatti il vescovo non esita a scrivere e a presentare tematiche profonde e personali. Tutto ciò avviene con estrema naturalezza e fluidità, il lessico è ricco e sorprendente, attrae il lettore con avvenenza e magnificenza, in un clima quasi poetico che lo invita a meditare e riflettere sui contenuti delle lettere. 
Un esempio di questa bellezza lo troviamo quando Francesco scrive al vescovo di Belley, Monsignor Jean-Pierre Camus, a proposito di San Giuseppe:
“… il grande padre San Giuseppe, grande amico dell’Amato, grande sposo dell’Amata del Padre celeste, che ha voluto che il suo Figlio celeste fosse nutrito tra i gigli di questa Sposa e di questo Sposo. Non trovo niente di più dolce per la mia immaginazione che vedere questo piccolo Gesù celeste tra le braccia di questo grande Santo, chiamandolo mille e mille volte ‘papà’, nel suo linguaggio infantile e con un cuore filiale e amorevole” [1].  

Ma quale è l’immagine che il nostro vescovo ha di San Giuseppe? San Francesco usa spesso appellativi come “padre, sposo e uomo giusto”, gli stessi utilizzati anche nei vangeli [2]. 

Giuseppe: il papà di Gesù

Il “papà di Gesù” è certamente la definizione prediletta dal Santo. È il nome con il quale la stessa Maria si rivolge a Giuseppe nel vangelo: “Tuo padre e io ti cercavamo!” (Lc 2,41) [3].  Egli viene presentato come colui che, durante l’infanzia e la giovinezza di Gesù, era solito prendersi cura del proprio figlio. Gesù è, infatti, a tutti gli effetti suo figlio “per diritto naturale, non per via naturale” [4],  appartenendo alla stessa discendenza di Giuseppe, come sottolinea Francesco. A sostegno della propria tesi, il Vescovo afferma: “Quando una colomba prende un dattero e lo lascia cadere in un giardino, la palma che produce appartiene al proprietario del giardino”, così Giuseppe è il papà di Gesù [5]. 
Usando le parole “padre” o “papà”, Francesco vuole sottolineare la dolcezza e l’amore con cui Giuseppe si è occupato dell’educazione di Gesù. A Jeanne de Chantal afferma che il papà di Gesù è colui che “tante volte coccolò il nostro Salvatore e tanto spesso lo cullò” [6],  e aggiunge “colui che l’ha portato, come le cicogne fanno con i loro pulcini” [7],  o ancora “colui che l’ha nutrito con il suo lavoro guadagnandosi il pane con il sudore del volto” [8]. 
Dice che Giuseppe “ha nutrito l’Amore del nostro cuore e il Cuore del nostro amore” [9],  con la cui affermazione sottolinea che non soltanto ha nutrito, ma anche educato e insegnato ciò che è veramente importante nella vita e nella fede. È anche Giuseppe, e non Maria, ad aver portato il figlio sulle scale del tempio a Gerusalemme nel momento della presentazione e purificazione [10]. 
Francesco invita infatti il lettore ad immaginare come la Madonna e San Giuseppe portassero il Signore in braccio e nel loro seno, “quando lo baciavano ed egli con le divine braccia li abbracciava soavemente” [11].
Giuseppe, dunque, per San Francesco di Sales rappresenta a tutti gli effetti il papà ideale.


NOTE

[1]  Lettre DXIX, Œuvres: Tome XIV, Lettres: Vol IV, 140.

[2] LXXXV Plan d’un sermon pour la fête de Saint Joseph (19 mars 1612), Œuvres: Tome VIII, Sermons: Vol II, 86.

[3] Cfr. XCVI Plan d’un sermon pour la fête de Saint Joseph (19 mars 1621), Œuvres: Tome VIII, Sermons: Vol II, 130.

[4] XCVI Plan d’un sermon pour la fête de Saint Joseph (19 mars 1621), Œuvres: Tome VIII, Sermons: Vol II, 132.

[5] CLIV Sermon pour la fête de Saint Joseph (19 mars 1621), Œuvres: Tome VIII, Sermons: Vol II, 402.

[6] Lettre DCLXXI, Œuvres: Tome XV, Lettres: Vol V, 33.

[7] Cfr. TAD VII, 13.

[8] XVII Sermon de Vêture pour la vielle de l’Epiphanie, Œuvres: Tome IX, Sermons: Vol III, 141.

[9] Lettre DCLXXI, Œuvres: Tome XV, Lettres: Vol V, 33.

[10] Dix-neufviesme entretien, Œuvres: Tome VI, Les vrays entretiens spiritueles: 363-364.

[11] IX. Petit traité sur la Sainte Communion, Œuvres: Tome XXVI, Opuscules: Vol V, 221.

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