(La Santa Crociata di San Giuseppe - gennaio 2022, p. 9)
«Di Giuseppe è stato detto e scritto molto, nonostante il suo silenzio assoluto all'interno dei Vangeli. Maria, la sua sposa, parla pochissimo, mentre lo sposo Giuseppe è del tutto silenzioso.
Ma proprio questo suo silenzio ci offre il tratto caratteristico del suo volto: egli è per eccellenza l'uomo dell'ascolto. Giuseppe è presente solo nei primi capitoli del Vangelo di Matteo e di Luca. Secondo Matte, è lui a ricevere l'annunciazione dell'angelo, mentre secondo Luca è Maria a ricevere l'annunciazione dell'angelo.
Ora la vita di Giuseppe è quasi squarciata da un sogno, da una comunicazione dell'angelo messaggero di Dio. La sua vita resta squarciata da una presenza superiore, misteriosa, trascendente, che è la parola di Dio mediata dall'angelo. Questa parola, che egli ascolta, lo tormenta, ribalta la sua vita fin dall'inizio, quando egli subisce l'impressione della sua fidanzata incinta (nelle consuetudini ebraiche il fidanzamento era già matrimonio) e si trova davanti a una presenza che non conosce, ma che impara a riconoscere attraverso la parola dell'angelo; dopo tali parole seguono le vicende che fanno della sua piccola famiglia una famiglia di profughi, circondata dal sangue della strage degli innocenti.
Si tratta di una vicenda che egli deve condurre avanti nella semplicità della sua esistenza, ma anche nella drammaticità e grandezza di una presenza che si è accesa in quella piccola famiglia. Ecco allora il primo appello che noi riceviamo guardando a Giuseppe; esso è collegato al suo silenzio che diventa ascolto. Infatti nella lingua originale della Bibbia il verbo "ascoltare" significa anche "obbedire"».
(trascrizione dalla registrazione di un'omelia del Card., 4 dicembre 2021, Basilica di San Giuseppe al Trionfale, Roma)
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