L'amore tra Maria e Giuseppe è sicuro, sebbene occorra intuirlo tra le righe. Sono "promessi sposi", più che fidanzati nella cultura di Israele. Potevano vivere coniugalmente per un anno, senza però coabitare. Osiamo immaginarci la notte insonne di Giuseppe che viene a sapere della gravidanza di Maria? Cos'avrà pensato di lei? Quanta sofferenza e dolore nel suo cuore; dunque si era sbagliato a stimare questa ragazza di Nazareth? La legge chiedeva che Maria venisse denunciata e - di conseguenza - condannata a lapidazione. Giuseppe la ama, vuole salvarla, trova un escamotage: la ripudierà, salvandole la vita e l'onore. Matteo descrive tale atteggiamento come quella di chi è "giusto", cioè irreprensibile, autentico, onesto, di alto profilo: non giudica secondo le apparenze, anche se è stato ferito, sa superare il suo orgoglio e usare misericordia verso la donna che ama. Durante la notte il sogno, l'invito a fidarsi, a dare una improbabile chiave di lettura ad eventi che equivalgono ad abbracciare l'inaudito di Dio. Giuseppe si sveglia, obbedisce all'angelo e vive "la follia" di Dio.
L'AMORE FRA MARIA E GIUSEPPE
LO STRAORDINARIO NELL'ORDINARIO NELLA VITA DI GIUSEPPE
(Padre Marc Vaillot)
Fonte: Evangeli.net
GIUSEPPE, L'«AGGIUNTO»
Molti uomini e donne ne portano ancora oggi il suo nome, caro e beato. Forse senza saperne più il significato. Si tratta di un nome ebraico (Yôseph, forma troncata di Yěhôsēph) che significa «Dio aggiunga!» o anche «che egli raduni!» (per san Bernardo abate è l’«accresciuto», come dice in una sua famosa omelia). San Giuseppe è l’«aggiunto» (un di più…): questo è il significato del suo nome. Un nome che è un destino, che segna una identità (
Precisamente sul nome e su altri aspetti della vita di San Giuseppe verteranno le meditazioni offerte in occasione della festa del Santo Patrono nel Santuario a lui dedicato nella nostra diocesi ambrosiana (l’unico), così da riscoprire e promuovere il culto e una figura tanto importante e attuale.
Giuseppe l’«aggiunto» dunque; per questo ha il profilo (già a partire dal nome) dell’uomo appartato, silenzioso, condannato a vivere quasi straniero, estraneo, “aggiunto” appunto (una condizione simile, peraltro, tocca a tutti noi, anche se questo destino è nascosto e viene alla luce soltanto in certi momenti, soprattutto quelli gravi di squalifica, umiliazione e di sofferenza, malattia, lutto).
E così anche tutti noi siamo e dobbiamo vivere – in certo senso – come “aggiunti” rispetto alla comune umanità. Come stranieri in questo mondo. Come ospiti e pellegrini in attesa di una patria migliore. Sempre in ascolto della Parola degli angeli, per trovare quell’autorizzazione alla vita che non possiamo trovare guardandoci semplicemente dentro o intorno; essa deve venire dall’alto.
(Mons. Silvano Macchi)
Fonte: Chiesa di Milano
GIUSEPPE E LA PAROLA - Un'omelia
San Giuseppe, patrono della Chiesa Universale, sposo della Beata Vergine Maria, padre legale (putativo) di Gesù. E Giuseppe ha accolto tutto questo con un'obbedienza eroica: Giuseppe ha obbedito a Dio, non si è ribellato a Dio come ha fatto l'antico Popolo dell'Alleanza, Giuseppe ha scelto di stare sottomesso alla legge di Dio e a quella Novità che gli si presentava davanti: qualcosa di impensabile, di inconcepibile, di inimmaginabile: che Dio si facesse uomo! E Giuseppe ha creduto a tutto questo e ha detto: io ci sto, io metto in discussione i miei piani, i miei progetti, le mie certezze, le mie sicurezze per aprirmi a questo inedito... a questa storia incredibile che non riusciva neanche a immaginare dove l'avrebbe portato!
Quindi Giuseppe cosa fa? È paradossale, se ci pensate. Un uomo che non ha mai detto una parola, secondo i Vangeli: non è riportata nessuna parola di Giuseppe eppure lui diventa il Custode della Parola. Quindi
Giuseppe è un autentico custode della Parola che è Gesù.
E infatti lui non ha bisogno di dire nessuna parola, perché lascia che la Parola parli attraverso di lui. E a me piace pensare, e mi riempie il cuore di gioia, mi fa impazzire, considerare che, se Gesù è diventato, come uomo, in un certo modo, un certo tipo di Gesù che i Vangeli ci presentano, è perché Giuseppe era in questo modo:
Gesù ha preso i tratti di Giuseppe.
Gesù è stato educato nella fede, nella religione del suo popolo da Giuseppe. E quindi, in un certo senso, vedendo Gesù come parlava, come agiva, in un certo senso noi possiamo dedurre come era Giuseppe.
E Giuseppe era un uomo obbediente, cioè era un uomo che ascoltava.
La coppia di sposi ideale, bellissima da contemplare e da imitare.
Qual è il loro segreto? Non solo perché loro si amavano, si volevano bene, si erano scelti e volevano costruire una famiglia, ma perché entrambi personalmente, poi come coppia, come sposi, scelgono di custodire la Parola e loro sperimentano un grande miracolo.
Mentre prima dicevo quel discorso che non era Maria che viveva, ma Gesù che viveva in lei, lo stesso possiamo dire di Giuseppe e questo lo deduciamo da Paolo: ci è un po' più chiaro, quando Paolo dice:
Ecco Giuseppe diventa un modello di dedizione: Giuseppe ha dato la vita per quella Parola. Permettetemi, e perdonatemi magari: sono intuizioni che condivido, però, se sono errate io mi metto in discussione serenamente, m'inchino davanti alla Madre Chiesa che ha questo dono di un'autentica interpretazione della Scrittura. Però veramente mi viene da dire, pensando un po' alla Pasqua (domenica prossima entreremo nella grande Settimana Santa: la Domenica di Passione, la Domenica delle Palme), ecco a me piace pensare che
Gesù ha imparato dai suoi genitori a dare la vita fino alla fine,
perché ha avuto un esempio chiaro, limpido, lineare, coerente di dedizione totale in Giuseppe: un uomo che ha messo da parte se stesso, le proprie ambizioni e ha scelto di servire Dio, di servire quel Figlio di Dio che lui custodiva, accompagnava nei suoi primi passi. E Giuseppe in un certo senso dà la vita per Gesù. E mi piace pensare, lo voglio sottolineare, Gesù ha imparato da Giuseppe, così come da Maria, a dare la vita fino alla fine. Perché Gesù come uomo da qualcuno avrà imparato: non è che possiamo pensare alla "scienza infusa"! Lui come uomo ha fatto il cammino di ogni uomo.
E quindi chi c'è dietro Gesù? C'è Giuseppe, ovviamente c'è Maria: un posto speciale che l'accompagnerà fino alla fine e anche dopo accompagnerà la Chiesa nascente. Però capite che per la società del tempo il padre era determinante. È chiaro che io ho letto questo brano; potevamo leggere l'altro brano che la Liturgia ci presentava, di Luca, che non è altro che quell'episodio famoso di Gesù a dodici anni nel Tempio (sua madre e suo padre, angosciati, glielo dicono: ti cercavamo! E Gesù dice:
"Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo occuparmi delle cose del Padre mio?"
Questo non è rinnegare i propri genitori! È chiaro che Gesù come vero Padre, unico Padre assoluto, ha Dio. Però è chiaro che l'uomo Gesù di Nazareth ha preso da qualcuno i tratti della propria umanità, e quindi li ha presi a livello di DNA, mi viene da dire, certamente da Dio che attraverso il dono dello Spirito Santo ha reso feconda Maria; li ha presi da Maria, perché è stato nella sua pancia nove mesi, l'ha allattato. Però in un certo senso poi, a livello di cammino di fede, di osservanza della Legge, di conoscenza della Storia dei Padri, ecco qui che interviene Giuseppe. In un certo senso Giuseppe gli ha dato un certo imprinting e come una volta ho detto, gli ha dato anche giorno dopo giorno
Un'autentica interpretazione della Legge, che non è l'osservanza legalistica.
L'abbiamo visto nel brano dell'adultera di questa mattina, del lunedì della Quinta Settimana di Quaresima.
E quindi questa prospettiva sempre più allargata, aperta, che rispetta le persone, che è aperta verso tutti, che accoglie tutti, che serve tutti. Ecco è bello vedere questi tratti di Giuseppe, di cui la Scrittura ci conserva ben poco, ecco meditando la vita di Gesù e mi viene da dire, meditando soprattutto la sua Passione, Morte e Risurrezione.
Fonte: Frati Minori di Padova
SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE
Nell'augurare a tutti i Giuseppe e a tutti papà una buona festa, rilanciamo una catechesi di don Fabio Rosini, con un invito all'ascolto per meditare, in questo giorno, sulla figura del nostro amato santo!
NOVENA A SAN GIUSEPPE - Nono giorno: Giuseppe, uomo docile
accordami la tua protezione paterna: io te ne
supplico per Cuore di Gesù Cristo. Tu , la cui
protezione si estende a tutte le mie necessità
e sai rendere possibili le cose più impossibili,
rivolgi i tuoi occhi di padre buono sugli interessi
dei tuoi figli.
Nell’affanno e nella pena che mi opprimono,
io ricorro con fiducia a te ; degnati di prendere
sotto la tua protezione questa mia importante e
difficile causa , che mi procura tante preoccupazioni.
Fa ‘ che la sua felice riuscita torni a gloria di Dio e a
bene dei suoi servitori.
Amen.
NOVENA A SAN GIUSEPPE - Ottavo giorno: Giuseppe, uomo che sa ascoltare
Padre Santo, che nel tuo disegno di amore
hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione
alla custodia premurosa di S, Giuseppe, per sua intercessione,
concedi alla Chiesa la stessa fedeltà
nel condurre a compimento l' opera della salvezza.
Concedi a noi, Padre onnipotente,
la stessa fedeltà e purezza di cuore
che animò S. Giuseppe nel servire il tuo unico Figlio,
nato dalla Vergine Maria.
Padre e Creatore del mondo,
che stabilendo per l' uomo la legge del lavoro,
lo hai chiamato a cooperare alla tua creazione,
concedi a noi, per l' intercessione e l' esempio di S. Giuseppe,
di essere fedeli alle responsabilità che ci affidi
e di ricevere dal tuo amore i beni che ci prometti.
Padre buono, concedi che portando in noi,
sull' esempio di S. Giuseppe,
la viva testimonianza del tuo amore,
godiamo sempre il dono della vera pace.
Amen.
O S. Giuseppe, concedici di vivere senza colpe e di godere sempre della tua protezione!
Amen