SANTO, SÌ, MA LAVORATORE! - LA DEVOZIONE A SAN GIUSEPPE DEL BEATO GIACOMO ALBERIONE (prima parte)

(di Vittorio Stesuri, ssp, http://www.stpauls.it/coopera/1202cp/spiritualita.htm)



Il cammino profetico dei fondatori è sempre segnato da "intuizioni", piccole luci interiori emerse nella preghiera, nella riflessione personale e sperimentate nel loro accrescersi passando da piccole fiammelle a grandi fari accesi nella notte nel percorso umano e sociale vissuto da questi "uomini di Dio" che solcano la storia come "maestri", desiderosi di procedere nascostamente nel loro impegno indipendentemente dall'essere più o meno compresi o più o meno acclamati. Così anche il Beato Giacomo Alberione, il nostro Primo Maestro, definito qualche anno prima della sua morte da Paolo VI "umile, silenzioso, instancabile, sempre vigile e raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all'opera" ci sprona col suo stile "volutamente nascosto" a farci riflettere e interrogarci sulle note che risuonano dalla sua spiritualità pienamente accordata sulla vita ecclesiale ed apostolica del suo tempo. Sicuramente fu così anche per la "devozione a S. Giuseppe" che egli visse personalmente e trasmise ai suoi fin dai primi anni di fondazione dell'opera paolina. Il 5 ottobre del 1921 lui stesso scelse per sé il nome di Giuseppe, emettendo in quel di Alba la professione religiosa con i suoi primi discepoli. Nella coroncina dedicata al Santo, di vetusta tradizione, e che egli fece propria leggendo uno scritto di Giovanni Bosco, emergono svariati aspetti che, estrapolati dalla vita del santo patrono della Chiesa universale, egli seppe applicare al proprio ministero e promuovere col proprio apostolato a servizio ed in unità al Magistero dell'epoca.


I Papi ispiratori: Pio IX, Leone XIII, Pio XIII

L'aspetto cristologico di familiare intimità vissuta da S Giuseppe nella Casa di Nazareth, il suo intervento continuo a protezione della stessa, e ben descritta da Papa Leone XIII nell'enciclica del 15 agosto 1889 Quamquam pluries, crearono l'humus, il terreno favorevole, per un rilancio della figura di S. Giuseppe come difensore della cristianità. Rilancio al quale il Primo Maestro non rimase indifferente negli anni a venire e che segnarono alcuni importanti cardini nella spiritualità paolina. Papa Leone XIII riprese e sviluppò quanto già avviato dal suo predecessore, Pio IX, con il decreto della S. Congregazione dei Riti Quemadmodum Deus dell' 8 dicembre 1870.
Giuseppe, Patrono della Chiesa universale, proponendo ai fedeli di ricorrere a lui riconoscendogli un potere di preghiera d'intercessione inferiore solo a quella di Maria. Verso la fine dell'800 Leone XIII, introducendo la sua lettera sostennne di "ritenere sommamente conveniente" che il popolo cristiano oltre a rivolgersi alla Madre di Dio "si abitui a pregare con singolare devozione e animo fiducioso il suo castissimo sposo San Giuseppe" ed auspicava che la devozione al padre putativo di Gesù mettesse " profonde radici nelle istituzioni e nelle abitudini cattoliche". Forse sarà utile sapere, pensando noi paolini al nostro Istituto Santa Famiglia, che già allora lo stesso Pontefice, nella lettera apostolica Neminem fugit del 14 giugno 1892, istituirà canonicamente la Pia Associazione Universale delle Famiglie consacrate alla Sacra Famiglia di Nazareth, sottolineando la partecipazione intima di Giuseppe alla suprema dignità della santa Famiglia. Tornando alla Quamquam pluries, la preghiera che conclude l'enciclica di Leone XIII, "A te beato Giuseppe…" verrà ripresa in più edizioni successive, dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, nei libri di preghiera ad uso della Società San Paolo e di alcune delle istituzioni paoline, accompagnando i punti della "Coroncina a San Giuseppe" fin dai primi anni della sua stampa e diffusione. Del resto, cresciuto nella devozione popolare a questo santo, il nostro Fondatore insegnò a coltivarne una considerazione sempre più convinta e apostolicamente motivata; per questo fine introdusse negli istituti da lui fondati l'uso di dedicare il mese di marzo ed il primo mercoledì di ogni mese al Patrono della Chiesa universale.
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