IL "DISOBBEDIENTE" CHE SI PRESE CURA DI GESÙ - Prima parte

(Card. Ravasi, in Famiglia Cristiana, 19 marzo 2017)

I testi biblici relativi a Giuseppe, lo sposo di Maria e padre legale di Gesù, sono piuttosto scarsi, a prima vista quasi lacunosi, e ciò spiega l’abbondanza di letteratura apocrifa sul personaggio, tra cui si segnala in particolare il Protovangelo di Giacomo. Nondimeno, scavando con attenzione nei dati neotestamentari, emerge una figura interessante, capace di interpellare anche il lettore odierno. L’evangelista Marco non parla mai di Giuseppe, ma si limita a riportare quanto dicono i nazareni, allorché affermano che Gesù è il figlio di Maria, e che fa il carpentiere. È invece da Matteo e da Luca che conosciamo il nome del padre legale di Gesù e sposo di Maria. Per quanto riguarda l’attività di Giuseppe, bisogna riferirsi a Matteo 13, 55, versetto in cui Gesù viene definito come “il figlio del carpentiere”. Il termine greco téktôn, che si traduce solitamente con “carpentiere”, corrisponde al latino faber e indica un artigiano che lavora il legno o la pietra. Concretamente si può pensare al lavoro del carraio, o del fabbricante di aratri e di strumenti per l’agricoltura, nonché a uno che tratta genericamente il legno, il classico falegname, o ancora al carpentiere che provvede alle strutture in legno necessarie all’edilizia; questa era in quei tempi assai fiorente nella regione della Galilea, a causa della costruzione di nuove città. Ciò significa che Gesù ha imparato il mestiere da Giuseppe e ne deve aver rilevato l’attività alla sua morte; risulta pertanto il ritratto di una condizione economica dignitosa della famiglia di Giuseppe, anche se non si può definire agiata. Tale condizione permette ad esempio, a Giuseppe e a Maria, di recarsi ogni anno in pellegrinaggio a Gerusalemme, affrontando le spese del viaggio.

Com'era composta la famiglia di Giuseppe

Per quanto riguarda poi la composizione della famiglia di Giuseppe, la questione è difficilmente risolvibile alla luce dei dati a nostra disposizione, poiché si intreccia con il problema della presenza di “fratelli e sorelle” di Gesù, dei quali si parla più volte negli scritti neotestamentari e che non necessariamente vanno intesi come fratelli di sangue veri e propri, ma possono essere semplicemente cugini o anche parenti più lontani. Per vari interpreti si tratterebbe di fratellastri e sorellastre di Gesù, avuti da Giuseppe da un precedente matrimonio; ma la fonte di ciò è il più tardivo apocrifo noto come il Protovangelo di Giacomo e non uno scritto canonico. È Matteo che pone particolare attenzione alla figura dello sposo di Maria, offrendoci un ritratto squisito, indimenticabile, di Giuseppe. Infatti il primo Evangelista ci descrive come egli, dapprima, di fronte all’inattesa gravidanza della promessa sposa, vorrebbe uscire rispettosamente da una storia più grande di lui, senza opprimere con la sua presenza quella giovane donna che egli ama profondamente, e quel misterioso bambino che ella attende: “Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto”.
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