Da Federico Suárez, Giuseppe sposo di Maria, Ares Edizioni, 2006, pp. 27-29.
È sempre opportuno custodire il silenzio su ciò che non deve essere detto. Sovente muove dall'orgoglio, o da una sciocca vanità, l'impulso che ci fa dire qualcosa che sarebbe stato meglio tacere; per questo, a volte, feriamo gli altri con le parole, o ne facciamo pietre scagliate in aria, che ricadendo colpiranno qualcuno.
[...] Ne nascono rancori, inimicizie, dispute, divisioni [...].
Non costa alcuna fatica applicare a Giuseppe anche queste altre parole di Isaia: "Non griderà né alzera il tono, non farà udire in piazza la sua voce" (Is 42,2). Non fu, infatti, amante di discussioni, e non passò la vita a raccontare le sue pene a chiunque lo ascoltasse. Meno ancora si è occupato dei fatti altrui, e non ha trovato tempo per scovare difetti nella condotta dei vicini, nel loro modo di essere, nelle loro attività. Dovremmo soppesare attentamente i nostri discorsi. Le parole che un uomo pronuncia oggi, sopravvivranno, magari dopo molto tempo, nel pensieri di altri. Nessuno conosce quali conseguenze potranno scatenare.
[...] Il silenzio di Giuseppe, così pieno e così denso, dovrebbe darci da pensare. Noi, uomini d'oggi, parliamo troppo. Un uomo come lui, che avrebbe potuto comunicarci cose meravigliose per essersi trovato per tanto tempo al centro del mistero, tace; col suo silenzio protegge l'intimità di ciò che deve rimanere occulto, velato tanto alla curiosità superficiale di sguardi che vagano inquieti da una cosa all'altra, quanto alle lingue sfrenate la cui unica occupazione sembra quella di spargere ai quattro venti notizie, pettegolezzi e vite d'altri che non importano ad alcuno.
[...] Il silenzio e la riflessione sono come gli occhi che perforano la nebbia che confonde gli oggetti e appanna le verità; e, aldilà della nebbia, ci perttono di giungere a ciò che davvero è e davvero importa: dove tace ogni voce confusa e discorde perché possa udirsi la parola viva, chiara e penetrante che Dio, proprio attraverso i fatti e le creature, rivolge agli uomini, a ogni uomo.
Per questo san Giuseppe è giunto a conoscere così bene il piano di Dio, e ha potuto, in ogni momento, fare quello che il suo Creatore si aspettava che facesse.
Per questo san Giuseppe è giunto a conoscere così bene il piano di Dio, e ha potuto, in ogni momento, fare quello che il suo Creatore si aspettava che facesse.
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