IL PATRONATO DI SAN GIUSEPPE SULLA CHIESA UNIVERSALE - Seconda parte -

Proponiamo agli amici del blog alcuni brani estrapolati da un libretto di Gerardo Scotton (1845-1916). Al di là del linguaggio che in alcuni tratti apparirà un po' desueto, rimane pur sempre l'importanza del contenuto, che ci aiuta a focalizzarci sull'importanza di san Giuseppe e della sua protezione alla Chiesa.
Nb. Alcune espressioni, per facilitare la lettura, sono state comunque ammodernate per la trascizione su queste pagine.

«Se ai santi è dato di acquistarsi un tesoro di meriti pascendo Gesù Cristo nei suoi poverelli, a san Giuseppe soltanto era riserbata la missione di pascere Gesù Cristo nella sua stessa persona; se i Santi conformano la loro vita su Gesù Cristo ricopiato dal VAngelo, san Giuseppe ebbe il privilegio di conformarla sulla vita reale del Verbo; se non possiamo aggirarci per un giardino senza bearci della fragranza dei suoi fiori, san Giuseppe non potea assidersi continuamente nell'orto chiuso del terrestre paradiso dove dalla vergine terra del Figlio e della Sposa fiorivano le più elette virtù senza arricchir di esse il suo spirito; basterà accennare che se come più ci avviciniamo al fuoco e più sentiamo il calore, più risaliamo verso la sorgente e più pura attingiamo l'onda, san Giuseppe dovea ben essere di una singolare santità se non vide il Verbo in ispirito come Abramo, ma lo ebbe del continuo sotto lo sguardo e stretto al suo seno imprimendolo di mille baci.

La Chiesa, vero regno di Dio, è paragonata da Gesù Cristo ad una rete che gettata in mare accoglie ogni fatta di pesci, perché ella è madre di tutti; dunque Ella si doveva eleggere a Patrono un Santo in cui si concentrassero i modelli di ogni condizione come nella lente gli sparsi raggi della luce o nella pupilla l'espressione dei circostanti oggetti.

E san Giuseppe risponde adeguatamente a questo nuovo bisogno.

A Lui possono ricorrere nobili e plebei, principi e sudditi, ricchi ed artigiani, celibi e coniugati, sacerdoti e laici. Non vi è stadio,  età, condizione, che non abbia in san Giuseppe un modello da imitare, un'orma da seguire.

La Religione è il vincolo che unisce l'uomo a Dio se considerata in astratto; in concreto è l'atto di culto prestato dalla creatura al Creatore. La Chiesa e la Religione cristiana che si palesò il giorno della Pentecoste ebbe origine realmente fino dall'Annunciazione dell'Angelo e vi esistè nel più perfetto splendore.
Ma se nella casetta di Nazaret, se in Gesù, in Maria e in san giuseppe si concentrava allora la Religione cristiana, io ne scorgo san Giuseppe a Patrono perché sposo a Maria, Padre putativo di Gesù, e che però ritraeva su ambedue una vera autorità.
Quindi, se san Giuseppe rispettoso al mistero che vedeva compiersi in Maria penserà ad allontanarsi, Dio per mezzo dell'Arcangelo Gabriele lo investirà in qualche modo dei suoi diritti, e asa Giuseppe rivelerà il suo volere, perchè a lui verrà fatto noto il nome da imporsi al Figliuolo, egli riceverà il comando di partir per l'Egitto e di fare alla patria ritorno, e Gesù mostrerà una perfetta sottomissione a san Giuseppe, sottomissione che se fu un prodigio di umiltà in un Dio che scende dal cielo, fu ancora un sacro dovere per Gesù Cristo dopo di aver veduto la luce. 

Gesù Cristo doveva nascere erede del trono di Davide, ma Egli non poteva avanzar diritti a tale reame se non per san Giuseppe, essendo escluse le donne dalla successione allo scettro: Gesù doveva vedere la luce dlal apiù pura delle madri, ma senza san Giuseppe la Madre ed il Figlio non avrebbe schivato il disonore e l'ignominia, e la Madre sarebbe stata sepolta sotto una tempesta di sassi mentre il suo corpo sarebbe servito di tomba al Figliuolo.

Dunque san Giuseppe fu il Patrono della Incarnazione a la coprì del suo manto, e la Chiesa deve a san Giuseppe che si sia compiuto un mistero che è la ragione della sua esistenza».