SAN GIUSEPPE SI DONA A DIO FIN DALL'INFANZIA

(Da Il mese di Marzo in onore di San Giuseppe di Bartolo Longo)


«Ricolmo di elettissime grazie e benedizioni, Giuseppe offrì a Dio i suoi primi pensieri ed affetti, riconoscendo che egli era sulla terra solo per amare il Signore, adorarlo e servirlo.
Fin dai suoi primi anni, GIuseppe era dolce e pacifico. Non fu mai veduto contendere coi compagni; la sua sincerità, la sua modestia, il suo candore erano meravigliosi.
L'infanzia di Giuseppe scorse nell'innocenza, come il mattino di un giorno sereno.
La sua adolescenza fu adorna di tutte le virtù convenevoli alla sua età: egli aveva la pietà di Abele, l'ubbidienza di Isacco, la saggezza di Tobia, la castità dell'altro Giuseppe figlio del patriarca Giacobbe, la fermezza di Daniele.
Era insensibile ai più seducenti piaceri del secolo.
Oh, quanto siamo lontani noi dall'esserci dati a Dio con quella prontezza che ammiriamo in Giuseppe! 
Quanti anni perduti per la nostra perfezione, dal giorno in cui, giunti all'uso della ragione, dovevamo naturalmente farne omaggio a Chi ce ne fece il gran dono! Quale uso abbiamo fatto dell'adolescenza, quella cara età della vita, in cui nascono i fiori che devono portare i frutti a loro tempo? Ora non possiamo far altro, che ripetere con Agostino, convertito dalla grazia: Bellezza eterna, bellezza sempre antica e sempre nuova! Quanto tardi ti ho conosciuta, quanto tardai ad amarti! Ricuperiamo il tempo perduto con quel fervore e quella perfezione di carità, che moltiplica gesti d'amore in proporzione alle offese, e che può in un momento, col suo ardore, purgare tutta una vita piena d'infedeltà.
La grazia scendeva abbondante nell'anima di Giuseppe; ed egli vi corrispondeva con grandissima fedeltà, avanzando rapidamente nel sentiero della virtù.
Per la sua fedeltà nel corrispondere alla grazia, lo Spirito Santo fa di lui nel Vangelo il più bello elogio, chiamandolo uomo giusto. Osservate – dice San Girolamo –, che egli meritò di essere chiamato giusto, perché possedeva tutte le virtù perfettamente.
Era giusto perché osservava religiosamente tutto ciò che la legge comandava, rendendo a Dio ed agli uomini tutto ciò ch'era a loro dovuto.
L'anima nostra è stata ornata con stola vergine del Battesimo. Come l'abbiamo custodita? Come siamo stati fedeli alla grazia ed alle ispirazioni di Dio? Se Dio domandasse a noi quello che ha voluto da San Giuseppe, allora comprenderemmo quanto fu meritoria la sua fedeltà. Anche noi sentiamo spesso una voce che dice: Gesù sarebbe contento, se tu operassi in tal modo, se tu facessi il tal sacrificio!
Quante volte dalla fedeltà ad una minima grazia dipende la nostra salvezza!
Promettiamo a San Giuseppe che oggi faremo tutto quello che la nostra coscienza ci suggerirà per contentare Gesù. Tutte le nostre preghiere di questa giornata debbono essere dirette ad espriare le nostre passate infedeltà alla grazia ed alle ispirazioni di Dio».
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