(Evaristo Cardarelli, Il mese di S. Giuseppe, Casa Editrice Pia Unione del Transito di S. Giuseppe, 1980, pp. 29-31)
S. Giuseppe era povero di beni terreni ma era ricco di vita interiore. Mise a disposizione del disegno di Dio la sua libertà, la sua vocazione di sposo e la sua felicità coniugale. Accettò la responsabilità e il peso della famiglia, senza essere vero padre. Per l'amore alla virtù rinunciò al naturale amore coniugale. Offrì generosamente con sacrificio totale tutto se stesso a gloria di Dio.
Sopportò, sempre rassegnato alla volontà di Dio, le prove, i rischi, gli affanni della singolare famiglia. Tutto questo dice che S. Giuseppe visse una profonda vita interiore.
L'ambiente della sua bottega e della sua casa era il più adatto per vivere la vita interiore e non desiderava lasciarlo. Erano con lui Gesù e la Madonna che lo elevavano a pensieri celesti. Possiamo immaginare e ritenere per certo che anche S. Giuseppe, come faceva la Madonna, ascoltava le parole di Gesù, le conservava in cuore e le praticava. Egli che conosceva il mistero dell'Incarnazione, vedeva nella persona di Gesù non solo il figlio di Maria, ma il Verbo, il Figlio di Dio, il Salvatore, l'immagine del Dio invisibile. Essere con Gesù era per Giuseppe motivo di elevazione spirituale che lo portava spontaneamente a pensare e a benedire il Padre celeste.
Per questi motivi la sua vita fu tutta elevata a Dio, fu un atto continuo di amore.
Il caro Santo ci invita a vivere la vita interiore ossia la vita di Cristo in noi per mezzo della fede, della speranza, della carità. Ci invita a penetrare il mistero di Cristo, a vivere per Cristo, con Cristo e in Cristo con la preghiera, il raccogliemnto, e in modo particolare con i Sacramenti e le opere di carità.
Uniti a Cristo con la vita interiore compiamo opere di valore soprannaturale perché Lui vive e opera in noi: la nostra azione è anche sua. Allora tutte le nostre opere, le preghiere, il lavoro giornaliero, il sollievo corporale e spirituale, la vita coniugale e familiare e perfino le pene della vita sopportate con pazienza diventano spirituali sacrifici graditi a Dio, i quali nella celebrazione della Messa sono offerti al Padre insieme all'offerta del Corpo di Cristo.
Vivendo la vita interiore imiteremo e onoreremo S. Giuseppe nel modo migliore.
Saremo sempre pieni di coraggio perché sappiamo che, mentre il nostro uomo esteriore si va disfacendo e perisce, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Perciò fissiamo lo sguardo nelle cose che non si vedono.
«Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne» (2 Cor 4,16).
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