"Ripensando al ruolo che la Divina Provvidenza mi ha assegnato quale padre di Carlo, cresce in me il convincimento di aver ricevuto da lui di più di quello che gli ho dato.
La sua semplicità, cioè l'assenza in lui di divisione, di contraddizione, di doppiezza, era per sé stessa una scuola di vita e, nel mio ruolo di padre, un insegnamento sui valori da trasmettere e soprattutto sull'esempio da dare. Quali siano i valori da trasmettere i cristiani lo dovrebbero sapere bene, ma spesso non ci si rende conto della forza interiore che questi valori possono generare: non sono un peso da portare, ma, al contrario, come ha dimostrato la vita di Carlo, costituiscono la fonte della serenità e della solidità (la casa sulla roccia) senza la quale di fronte alle difficoltà e alle tentazioni della vita rischiamo di essere trascinati via dalla corrente del momento.
II primo valore da trasmettere ai figli è quello di mettere il nostro buon Dio al primo posto; così facendo tutto il resto sarà collocato al posto giusto. Quanto all'esempio da dare come genitori, siamo purtroppo limitati dalle nostre fragilità. Come padre di Carlo ho però imparato che anche una fragilità, magari una mancanza di pazienza con i figli, può essere occasione di crescita reciproca, semplicemente ammettendo i propri errori e, se necessario, chiedendo anche scusa. In fin dei conti il padre non è la meta, ma è una persona in cammino con i figli verso la Meta. Chiediamo aiuto a san Giuseppe in questo delicato compito".
FONTE: La Santa Crociata in onore di San Giuseppe, giugno 2021
Nessun commento:
Posta un commento