Ecco
la vocazione del credente silenzioso: dare tutto se stesso, impegnare
il proprio presente e il futuro perché la Parola di Dio diventi carne e
vita in Gesù. Giuseppe diviene così il custode di Maria e di Gesù [16],
sia nei momenti semplici sia in quelli difficili della vita quotidiana
della casa di Nazaret. Egli è accanto a Maria a Betlemme nel momento
trepidante del parto, nella circoncisione di Gesù e nella presentazione
al Tempio, nella fuga in Egitto, nella ricerca angosciata del figlio,
che poi ritrovano a Gerusalemme nel Tempio.
Non sappiamo altro di Giuseppe, il santo che ancora in silenzio esce
dalla scena del mondo: non è dato di conoscere nulla nemmeno della sua
morte, neanche quando sia avvenuta. È chiaro che, quando Gesù svolge il
suo ministero, Maria è ancora in vita (com'è testimoniato dai Vangeli),
mentre di Giuseppe non si dice più nulla: probabilmente già da tempo era
scomparso. Il santo silenzioso ha concluso, ancora una volta in
silenzio, la sua esistenza.
La vita di Giuseppe ci insegna a capire il linguaggio di Dio: è il
linguaggio del silenzio, e Dio parla davvero, misteriosamente, nel
silenzio. Non lo si può ascoltare nel frastuono della vita o nel rumore
assordante dei nostri giorni, ma solo nel raccoglimento e nella vita
interiore.
Giuseppe ci insegna pure come aprire il cuore alla voce che viene
dall'alto. Accostarsi alla Parola vuol dire essere attenti alla propria
coscienza, alla chiamata che emerge misteriosamente dal silenzio.
Significa accogliere il Signore che ci incontra e ci interpella nella
quotidianità; e comporta il coraggio di affidarsi a lui piuttosto che
credere ai nostri dubbi e alle nostre pur legittime ragioni: pregare
altro non è che contemplare la presenza del Signore e vivere in
comunione con lui. Ed è nel silenzio e nel mistero della coscienza che
Dio si fa carne anche nella nostra vita, per essere da noi donato ai
fratelli. Giuseppe, nella semplicità, lo ha capito e lo ha vissuto: per
questo il suo silenzio è più eloquente di qualsiasi parola.
NOTE
[16] Cfr GIOVANNI PAOLO Esortazione apostolica Redemptoris custos, del 15 agosto 1989.
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