Questa sua amicizia con il Santo Patriarca rimaneva essenzialmente devozione, cioè un profondo atto religioso, carico di rispettosa venerazione, e impostato sul fatto della domanda di aiuto, di medicina celeste. Tutto questo nel primo fatto ha creato affetto, devozione, venerazione, fiduciosa domanda e nell'animo di Teresa si è manifestato in una sola cosa come un prodotto puro e sincero del suo cuore e della sua fede! Risultato diretto di quel gesto iniziale col quale si volte al Santo, "scegliendoselo", "chiedendo aiuto materiale", "sperando di avviarsi sul serio verso una vita di preghiera". Fu lei stessa che si accorse subito dell'efficacia della sua scelta. Incomincò a comprovare, a vedere chiaramente... per esperienza la soave e benefica corrispondenza con cui il Santo, dal cielo, interveniva in suo aiuto.
Questa esperienza teresiana della celeste protezione del glorioso Patriarca è un dato fondamentale e decisivo nella storia dei suoi rapporti con il Santo, vissuta con fede e in abbandono alla sua protezione.
Sappiamo però poco di come in lei si realizzò con il tempo la trasformazione della sua esperienza di Giuseppe-Protettore. Infatti accadde al sopraggiungere della vita mistica, quando cioè Teresa cominciò ad avere una nuova maniera di sperimentare le realtà soprannaturali: così, per esempio, la sua esperienza della profondità dell'anima, dell'inabitazione della Trinità in essa, dell'immensità e onnipotenza di Dio nelle cose, ecc. Fu allora che anche la sua devozione a san Giuseppe venne toccata e trasfigurata dalle grazie mistiche; e così, quella semplice esperienza precedente, fatta di fede, fiducia e gratitudine, divenne un'esperienza superiore, un'esperienza "soprannaturale", direbbe lei stessa, col suo termine preferito.
Per ben capire questo fatto e il suo rapporto con la nuova situazione interiore, bisogna notare che non si tratta di un fatto eccezionale o isolato nella sua vita interiore. In questo clima si capiscono i rapporti della Santa col suo glorioso Patrono. Non soltanto la TRinità e l'Umanità SAnta del Signore diventano realtà presenti ed accessibili alla sua preghiera e al suo sguardo interiore, anche i Santi del cielo vengono raggiunti.
Su questo piano e in questo senso si sviluppò misticamente la devozione della Santa al suo glorioso Patriarca. Ne siamo bene informati da lei stessa.
Per ben capire questo fatto e il suo rapporto con la nuova situazione interiore, bisogna notare che non si tratta di un fatto eccezionale o isolato nella sua vita interiore. In questo clima si capiscono i rapporti della Santa col suo glorioso Patrono. Non soltanto la TRinità e l'Umanità SAnta del Signore diventano realtà presenti ed accessibili alla sua preghiera e al suo sguardo interiore, anche i Santi del cielo vengono raggiunti.
Su questo piano e in questo senso si sviluppò misticamente la devozione della Santa al suo glorioso Patriarca. Ne siamo bene informati da lei stessa.
È necessario notare che in Teresa i nuovi rapporti mistici non si attuano esclusivamente sul piano dei valori spirituali della vita interiore. Anche sul piano terreno, in cui Teresa si vede costretta a svolgere la sua attività di riformatrice, si fa presente e si lascia sperimentare la protezione del Santo. Così, per esempio negli affari economici cagionati dalla fondazione del primo Carmelo lei racconta: "Una volta, trovandomi in tale situazione da non sapere che fare né come pagare alcuni operai, mi apparve san Giuseppe, mio vero padre e protettore, e mi fece comprendere che il denaro non mi sarebbe mancato; pertanto pattuissi pure il prezzo. Così feci, senza avere neppure un soldo e il Signore mi provvide in tal maniera da far meravigliare quanti lo seppero" (Ibid., cap. 33,12).
Questo racconto, dice P. Tomas, fa "scorgere le vaste dimensioni che raggiunse la sua esperienza mistica nei propri rapporti con san Giuseppe: il santo interviene non solo nei profondi fatti interiori, ma anche nelle vicende cagionate dagli affari apostolici di Teresa. I reseconti della sua Autobiografia non ci foniscono dati particolareggianti per andare oltre nella nostra ricerca e determinare la frequenza e l'intensità di questi rapporti avuti per via mistica".
Abbiamoi,invece, testimonianze di seconda mano, ma altamente autorevoli, che ci informano in proposito. Basti riportarne una il cui contenuto è per noi prezioso. Si deve a suor Isabella della Croce, nel processo informativo di Salamanca (1591): "Era la Santa devota dei Santi, specialmente di Nostra Signora e del glorioso san Giuseppe; e ho sentito dire che gli è apparso spesso e che abdaba a su lado. Celebrava le feste del Santo con molta devozione".
Chi ha letto il Libro della Vita di Teresa, capisce subito il senso e la portata di questa affermazione. Si sa che una delle esperienze mistiche più profonde e di maggior valore avute dalla SAnta sia stata la percezione della presenza di Gesù al suo lato destro. Ora, l'affermazione di suor Isabella va nella stessa direzione, ed è forse legata alle prime fondazione di monasteri con il titolo di san Giuseppe.
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