Un uomo silenzioso - Prima parte


Da Federico Suárez, Giuseppe sposo di Maria, Ares Edizioni, 2006, pp. 21-24.


La prima attenzione di chi si accinge a osservare la figura di Giuseppe è subito attirata da una circostanza in qualche modo negativa: egli, nel Vangelo, passa come un'ombra, inavvertito, senza agitazione e senza rumore. Non gli sentiamo dire una parola in tutto il periodo della sua presenza.
[...] Giuseppe non ebbe niente da dirci; e niente che, detto ad altri, avesse comunque qualche importanza per noi.
Ma c'è silenzio e silenzio; ed è evidente che il silenzio di Giuseppe non è il mero risultato di una vita trascorsa in un ambiente, tra persone e in un'epoca complessivamente così banali e anonimi da non contenere alcunché di memorabile. Viceversa [...] la storia del mondo non toccherà mai più un simile momento, né mai più sarà dato ad alcuno di vivere in così intima connessione col divino come accadde allora. 
[...] Non all'ambiente, non alle persone, non all'epoca dobbiamo il silenzio di Giuseppe. Basta aver sfogliato i Vangeli per sapere che di lui non ci resta una sola parola; ma non sappiamo la ragione di ciò, e per quante illazioni, metafore o spiegazioni vogliamo applicare a questa curiosa circostanza, esse resteranno pur sempre ipotesi incerte, anche se, talvolta, pie e utili. 
[...] Giuseppe, nel Vangelo, non dice assolutamente nulla, e da qui sì che possiamo trarre conseguenze più utili, alle nostre normalissime vite, delle mille eventuali congetture sulle ragioni di quel silenzio.
Ha detto Ernest Hello, di Giuseppe, che "quell'uomo avvolto nel silenzio ispira silenzio". [...] è un silenzio denso, un "silenzio profondo in cui sono contenute tutte le parole", un silenzio "vivificante, rinfrescante, pacificante, saziante: il silenzio sostanziale". 
[...] "Il suo silenzio è l'abidacare della parola al cospetto dell'Insonsabile, dell'Immenso".
Giuseppe si è imbattuto nel mistero di un Dio fatto uomo, di una Vergine che concepisce senza opera d'uomo, e di una scelta finalizzata a vegliare sul mistero e a proteggerne i protagonisti. [...] Non si parla quando si è immersi nella contemplazione del divino, quando la grandezza di ciò che si sta contemplando è tale che qualsiasi parola risulta indegna di una realtà che sorpassa ampiamente la persona e ciò che essa può dire. E in ogni caso, se anche vi fosse stato qualche cosa da dire, non a lui, Giuseppe, toccava la missione di dirla. La sua missione era un'altra.
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