Un uomo silenzioso - Seconda parte


Da Federico Suárez, Giuseppe sposo di Maria, Ares Edizioni, 2006, pp. 24-27.

Il suo silenzio non era il silenzio del sognatore. Era un uomo silenzioso anche sotto il profilo dell'immaginazione: un uomo, infatti, può non far motto e tuttavia non stare affatto in silenzio, a causa dell emill eimmagini che gli brulicano nell'anima, precipitandola nell'irrealtà. Ma san Giuseppe dà piuttosto l'impressione dell'uomo che pone l'immaginazione al servizio delle necessità concrete, né concedendosi le fantasticherie dell'abulico, né perdendosi in sogni vani, privi di scopo e di senso. 
[...] E la prima lezione che possiamo apprendere da lui ci parla di un silenzio benefico, un silenzio che non deriva dalla distrazione, da un pensiero assente perché immerso in "altro"; ma che nasce dalla contemplazione ed è, al contempo, condizione che rende possibile l'interiorità. [...] È necessario un minimo di silenzio perché l'attenzione della mente possa concentrarsi sulla considerazione di ciò che abbiamo davanti, per risolvere le questioni che, con una certa frequenza, la vita quotidiana sottopone ai nostri occhi.
Quest'attività interiore [...] richiede un minimo di silenzio, che è "come il portinaio della vita interiore" (Josemaría Escrivá). 
[...] Chi tace può ascoltare; e un uomo che ascolta è in grado di imparare molte cose. Grazie al suo silenzio Giuseppe potè udire l'angelo, e questi, mentre egli dormiva, potè svelargli il gran segreto che tanto profondamente coinvolgeva non solo la sua stessa vita, ma quella dell'intero genere umano. 
[...] E c'è un silenzio che è fortezza. [...] Sobbarcarsi un peso senza lamentarsi e senza farne partecipe il mondo intero, affrontare i problemi personali senza scaricarli sulle spalle altrui, rispondere delle proprie azioni e decisioni senza nascondersi dietro proteste, scuse e giustificazioni, questo rivela che un uomo è davvero giunto a essere tale. 
[...] Bene a proposito, e del tutto appropriate a san Giuseppe, vengono le parole di Isaia: "In silentio et in spe erit fortitudo vestra", "Nel silenzio e nella speranza starà la vostra forza" (cfr Is 30,15): perché quest'uomo silenzioso che sperò in Dio ha mostrato nei fatti la sua fortezza in situazioni difficili e impegnative, mantenendosi degno della fiducia che era stata riposta in lui.
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