(da Il mese di S. Giuseppe, Casa editrice Pia Unione del Transito di S. Giuseppe, 1980)
Il Vangelo non ci parla delle preghiere che si facevano nella casa di Nazaret. Sappiamo però che la santa Famiglia era fedele nell'osservanza delle pratiche religiose.
Lo attesta l'evangelista San Marco quando ci narra che Gesù andava con Maria e Giuseppe al tempio di Gerusalemme per la Pasqua.
Lo attesta l'evangelista San Marco quando ci narra che Gesù andava con Maria e Giuseppe al tempio di Gerusalemme per la Pasqua.
È facile rappresentarsi la santa Famiglia in preghiera. "Nell'alba dorata o nel violaceo crepuscolo della Palestina, sulla piccola terrazza della loro bianca casetta, rivolti verso Gerusalemme, Gesù, Maria e Giuseppe sono in ginocchio; Giuseppe, capo della famiglia, recita la preghiera, ma è Gesù che la ispira, e Maria unisce la sua dolce voce a quella grave del Santo Patriarca" (Pio XII, 1940).
S. Giuseppe non solo pregava con Gesù e con Maria, pregava anche solo. E pregava bene. Aveva imparato dal suo Gesù a rivolgersi al Padre celeste. Forse Gesù aveva insegnato a lui a la preghiera del Padre nostro.
S. Giuseppe ci invita alla preghiera fervorosa e fiduciosa. La preghiera è essenziale, è la prima, la più importante azione, il nostro colloquio con Dio.
S. Giuseppe ci invita alla preghiera fervorosa e fiduciosa. La preghiera è essenziale, è la prima, la più importante azione, il nostro colloquio con Dio.
Si deve pregare ogni giorno. La preghiera è necessaria per l'anima, come l'aria per il corpo: è cibo che nutre, è luce che illumina e riscalda, è forza che ci tiene in attività: ci innalza a Dio, ci fa vivere alla sua presenza.
La giornata è di 1440 minuti. Quanti ne occupiamo per la preghiera?
Dobbiamo dare valore ad ogni nostra giornata con la preghiera. I primi pensieri e le prime parole di ogni giorno devono essere per il Signore e per la Madonna. E a sera, dopo aver pregato, possiamo addormentarci in pace, perché il Signore è con noi; stiamo al sicuro.
Le nostre preghiere siano brevi, ma fatte con la mente e col cuore e rese vive da atti di fede, di speranza, di carità, di umiltà e di pentimento.
Con questi atti la preghiera ha molto valore, diventa potente.
Dobbiamo pregare e pregare bene.
Chi, quando prega, si distrae non sa con chi parla e che cosa dice.
Pregare bene vuol dire pensare con affetto a Dio, tenerci alla sua presenza, abbandonarci alla sua volontà, mettere il Signore al centro della nostra vita.
Ricordati, o purissimo sposo di Maria Vergine,
o dolce protettore mio San
Giuseppe,
che mai da nessuno si udì avere invocato la tua protezione
e
chiesto il tuo aiuto
senza essere stato consolato.
Con questa
fiducia,
io vengo a te
e a te fervorosamente mi raccomando.
O S. Giuseppe, non disprezzare la mia preghiera,
ma ricevila
pietosamente ed esaudiscila.
Amen
Nessun commento:
Posta un commento