S. GIUSEPPE MAESTRO E MODELLO DI FEDE - Seconda parte

(di Tommaso Guadagno SJ, in Il Gesù Nuovo, 1-2020, pp. 10-11)


Fede responsabile

Giuseppe fu chiamato per nome dall'angelo, in sogno, e ricevette la vocazione di essere sposo e padre, custode dei beni più preziosi di Dio: il Figlio unigenito, fattosi carne, e la sua Madre sempre Vergine.
Vivendo la sua vocazione nella continua ricerca della volontà di Dio e nella perfetta obbedienza della fede, scoprì e manifestò il senso più profondo dell'essere sposo e padre, che va ben oltre l'aspetto biologico.
L'evangelista Matteo applica tre volte a s. Giuseppe l'espressione "prendere con sé". La prima volta al termine dell'annunciazione di cui fu destinatario: "Fece come gli aveva ordinato l'angelo e prese con sé la sua sposa".
In seguito, il "prendere con sé" riguarda l'ordine dell'angelo circa il bambino e la madre per rifugiarsi in Egitto, fuggendo nel cuore della notte.
Infine la stessa espressione ricorre quando si trattò di tornare dall'Egitto per stabilirsi a Nazareth.
"Prendere con sé" indica una chiara, determinata e totale assunzione di responsabilità nei confronti delle persone a lui affidate.
giuseppe non si è mai tirato indietro, non ha mai puntato sulle proprie comodità e sicurezze, ma ha preso con sé il bambino e Maria, diventando per loro come il simbolo concreto e visibile del Padre buono, Dio che ha cura di tutti i suoi figli, annunciato da Gesù nel Vangelo. L'assunzione di responsabilità si esprime anche nel fatto che fu Giuseppe, secondo l'ordine ricevuto dall'angelo, a dare il nome di Gesù al bambino nato da Maria, conferendogli l'identità sociale e inserendolo nella discendenza di Davide. In tal modo, fu possibile chiamare Gesù "Figlio di Davide", secondo le profezie sull'identità del Messia atteso in Israele.


Fede che si esprime nell'amore

Nella liturgia, Giuseppe viene celebrato come "sposo" di Maria, che fu unita a lui "da un vincolo di amore sponsale e "verginale". Il matrimonio con Maria è il fondamento giuridico della paternità di Giuseppe: il Figlio di Maria è anche figlio suo proprio in forza del vincolo matrimoniale che li unisce.
Dal matrimonio con Maria derivano la singolar edignità di Giuseppe, i suoi diritti e doveri nei confronti di Gesù.
L'autentico amore, che unì indissolubilmente i genitori di Gesù, fu insieme sponsale e verginale, senza alcuna tensione o contraddizione, realizzando fra loro una perfetta comunione, espressione simbolica del mistero della Chiesa, vergine e sposa del Cristo.
"La verginità e il celibato per il Regno di Dio non solo non contraddicono la dignità del matrimonio, ma la presuppongono e la confermano.
Il matrimonio e la verginità sono i due modi di esprimere e di vivere l'unico mistero dell'alleanza di Dio col suo popolo" (Familiarsi Consortio, 16), che è comunione di amore tra Dio e gli uomini.
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