NOVENA A SAN GIUSEPPE - PRIMO GIORNO

Per la novena a San Giuseppe, quest'anno mediteremo sull'aspetto del silenzio, che tanto ha connotato la sua vita e la sua missione.

Affidiamoci al santo patriarca, perché ci insegni a essere, come lui, persone capaci di fare spazio a quel silenzio che non è "vuoto", ma pienezza, capacità di ascolto, accoglienza, operosità.
Buona novena a tutti!


Invochiamo l'intercessione di s. Giuseppe
O Dio onnipotente, 
che hai voluto affidare 
gli inizi della nostra redenzione 
alla custodia premurosa di san Giuseppe, 
per sua intercessione 
concedi alla tua Chiesa 
di cooperare fedelmente 
al compimento dell'opera di salvezza.

AMEN


«Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua parola onnipotente è discesa dal cielo» (Sap. 18,14). Nel momento di più silenzio, Dio si è manifestato. Mi sembrano molto azzeccate a riguardo le parole di un grande predicatore francese del XVII secolo, Jacques Benigne Bossuet, nel suo primo “Panegirico di san Giuseppe”: «Tra tutte le vocazioni, nelle Scritture, ne noto due che sembrano diametralmente opposte: la prima quella degli apostoli, la seconda quella di Giuseppe. Gesù è rivelato agli apostoli per essere annunciato in tutto l’universo, è rivelato a Giuseppe per essere taciuto e nascosto. Il silenzio di Giuseppe è lo scrigno che nasconde e protegge il Verbo Incarnato e la Vergine Maria» 

I Vangeli – lo sappiamo bene – non ci riportano nessuna parola del falegname di Nazaret, uomo giusto: niente, non ha mai parlato. Ciò non significa che egli fosse taciturno; no, c’è un motivo più profondo. Con questo suo silenzio, Giuseppe conferma quello che scrive sant’Agostino: «Nella misura in cui cresce in noi la Parola, il Verbo fatto uomo, diminuiscono le parole». Nella misura che Gesù – la vita divina – cresce, le parole diminuiscono. Lo stesso Giovanni Battista, che è «la voce che grida nel deserto: “Preparate la via del Signore”» (Mt 3,1), dice nei confronti del Verbo: «Egli deve crescere e io devo diminuire» (Gv 3,30). Questo vuol dire che Lui deve parlare e io stare zitto. Giuseppe, con il suo silenzio, ci invita a lasciare spazio alla presenza della Parola fatta carne, a Gesù.

Come sarebbe bello se ognuno di noi, sull’esempio di san Giuseppe, riuscisse a recuperare questa dimensione contemplativa della vita che nasce dal silenzio. Ma tutti noi sappiamo per esperienza che non è facile: il silenzio un po’ ci spaventa, perché ci chiede di entrare dentro noi stessi e di incontrare la parte più vera di noi. Tanta gente ha paura del silenzio, deve parlare, parlare, parlare o “sentire” radio, televisione, computer… ma il silenzio che fatica ad accettarlo! Pascal osservava che «tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare in silenzio e tranquilli in una camera».

(Meditazione di don Alessandro Alberti, Fonte: Seminario di Como)
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