NOVENA A SAN GIUSEPPE - TERZO GIORNO

Per la novena a San Giuseppe, quest'anno mediteremo sull'aspetto del silenzio, che tanto ha connotato la sua vita e la sua missione.

Affidiamoci al santo patriarca, perché ci insegni a essere, come lui, persone capaci di fare spazio a quel silenzio che non è "vuoto", ma pienezza, capacità di ascolto, accoglienza, operosità.
Buona novena a tutti!


Invochiamo l'intercessione di s. Giuseppe
O Dio onnipotente, 
che hai voluto affidare 
gli inizi della nostra redenzione 
alla custodia premurosa di san Giuseppe, 
per sua intercessione 
concedi alla tua Chiesa 
di cooperare fedelmente 
al compimento dell'opera di salvezza.

AMEN



Il silenzio di Giuseppe allora non è passivo mutismo; è un silenzio pieno di ascolto, un silenzio adorante, un silenzio amante, un silenzio operante che fa emergere la sua grande interiorità.  In verità però il vangelo menziona una parola di Giuseppe, una sola: “Gesù”. “Tu lo chiamerai Gesù” gli dice l’angelo. E il giorno della circoncisione, con Maria, darà questo nome al Figlio di Dio. Un particolare: Dio tramite l’angelo chiede sia alla madre che a Giuseppe di dare il nome al bambino. Insieme dicono questo nome. Questo permette a Giuseppe anche in questa occasione di restare in silenzio e, mentre chiama Gesù il bambino, non rompe il silenzio perché rimane in ascolto di questo santissimo nome pronunciato nello stesso momento da Maria. Il silenzio non è rotto, anzi è riempito. Commenta mirabilmente San Giovanni della Croce:«Una parola pronunciò il Padre, e fu suo Figlio ed essa parla sempre in eterno silenzio, e nel silenzio deve essere ascoltata dall’anima. In piena sintonia con Maria, Giuseppe pronunciò una sola parola che fu quella del suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio. Giuseppe è l’immagine perfetta del Padre. Gesù è il suo silenzio». Con Maria e Giuseppe che il nostro silenzio dica incessantemente Gesù! 

Concludo con alcune frasi di una bella riflessione – che può sembrare quasi ingenua – del beato Charles De Foucauld scritta a Nazaret in una notte di preghiera davanti al presepe: «E tu, san Giuseppe, come ti mostri un vero padre per Gesù, come Lo guardi, come lo adori in estasiato silenzio! E allo stesso tempo come lo curi e lo accarezzi! […] tu senti che questo Bambino divino non deve essere più sprovvisto di carezze, di tenerezze di quanto lo sono gli altri bambini … deve piuttosto riceverne mille volte di più di qualsiasi altro… Così tu e Maria lo colmate di tenerezza. O santi genitori… La vostra notte e ormai tutta la vostra vita sono divise in due occupazioni, l’adorazione immobile e silenziosa, e le carezze, le cure sollecite e devote e tenerissime… Fate che la mia vita si conformi alla vostra, o genitori benedetti, che trascorra come la vostra a adorare Gesù o ad agire per Lui, sempre sprofondati nel suo amore… in Lui, con Lui e per Lui». 

(Meditazione di don Alessandro Alberti, Fonte: Seminario di Como)
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